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ROMA Troppi guasti ai bus, l’Atac manda gli autisti in ferie

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ROMA Troppi guasti ai bus, l’Atac manda gli autisti in ferie

ROMA Piuttosto che lasciarli nelle rimesse senza fare nulla, con la giornata di lavoro pagata per intero, l’Atac ha deciso di mettere in ferie quasi 300 autisti.

Non ci sono bus da guidare quindi da ieri autisti in ferie. Gli autobus ci sarebbero anche ma la metà sono fermi per guasto. La colpa è quasi sempre colpa dell’aria condizionata. Questa volta il Campidoglio non c’entra: la manutenzione dei climatizzatori era partita in primavera, i mezzi revisionati sono quasi l’80%. La questione è che la flotta ha più di 12 anni di media. Finché non arriveranno le navette dalla Turchia il problema sussiste. I climatizzatori dopo un po’ si rompono di nuovo. Un incubo in questo inizio di giugno canicolare.

L’Atac si aspettava il picco dei 33° e oltre a luglio, quando scatta l’orario estivo e la flotta in circolazione è ridimensionata, circa mille bus. La metà di quelli presenti nei garage. Invece dopo gli acquazzoni di maggio ecco la colonnina di mercurio oltre i trenta in un periodo in cui la municipalizzata deve assicurare un servizio a pieno ritmo. Le navette meno malconce devono marciare. Senza sosta o quasi e soprattutto senza rimpiazzi. Ieri intorno alle tre del pomeriggio circolavano 620 bus. Un crollo rispetto ai 1.070 che erano usciti dalle rimesse la mattina. Senza tener conto che il servizio ne prevedrebbe almeno 1.300.

Per evitare di pagare stipendi a vuoto l’Atac ha iniziato a mandare gli autisti in ferie. L’operazione, iniziata ieri, proseguirà fino a quando non inizierà il servizio ridotto dell’estate, salvo miglioramenti sul fronte aria condizionata. Dal loro canto gli autisti non si lamentano. Alcuni di loro hanno accumulato più di 80 giorni di ferie arretrate. Le «mancate vacanze» infatti hanno causato numerosi scioperi. A subire tutto ciò sono i passeggeri, costretti a lunghissime attese alle fermate. Situazione spiacevole nei giorni normali figuriamoci a queste temperature.

L’Atac sta provando a ridurre i danni e ad evitare che qualche dipendente ne approfitti. L’11 giugno è stato ordinato ai depositi di «distribuire su diverse linee» le vetture «segnalate per guasto all’aria condizionata» in modo da «evitare la concentrazione» su alcune tratte. Con il rischio che vengano soppresse. Gli autisti che tornano in rimessa per guasto «devono rimanere a disposizione fino a fine turno». E, soprattutto, «dopo le ore 18» quando l’afa si smorza le navette devono marciare tutte. «Chi si rifiuta di riprendere servizio» sarà segnalato.

Il Campidoglio ha chiesto un report all’azienda sui guasti (domani in Commissione Mobilità), mentre il Codacons ha annunciato un esposto alla Procura. Nel frattempo per rimpolpare le officine, dopo i pensionamenti di Quota 100, l’Atac ieri ha lanciato un concorso per assumere 147 operai. Come accaduto per i nuovi autisti la procedura sarà affidata a una società esterna in modo da evitare altri scandali come Parentopoli. Le prove si svolgeranno nel mese di luglio. Bisogna sbrigarsi, qualche tecnico dell’aria condizionata in più potrebbe tornare utile.

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Hai diritto a un rimborso di 234 euro per un pagamento in eccesso? Scopri i passaggi essenziali per reclamarlo.

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Hai diritto a un rimborso di 234 euro per un pagamento in eccesso? Scopri i passaggi essenziali per reclamarlo.

#HaiRicevutoUnEmailDalMinisteroChePrometteSoldi? #TruffaInArrivo #PhishingAttenzione

L’Email che Sembra Troppo Bella per Essere Vera

Immagina di ricevere un’email dal Ministero della Salute che ti annuncia un rimborso di 234,40 euro per un pagamento in eccesso al Servizio Sanitario Nazionale. Sembra un colpo di fortuna, vero? Ma attenzione, questa comunicazione sta arrivando a migliaia di utenti, inclusi molti a Roma, e potrebbe nascondere un inganno subdolo che mira a rubare i tuoi dati personali.

Come Funziona Questa Nuova Truffa

In pratica, l’email ti invita a fornire informazioni sensibili per “riscuotere” il rimborso, con un avvertimento drammatico: se non agisci subito, potresti perdere il diritto al denaro. Per rendere tutto più credibile, il messaggio menziona persino il rispetto della privacy, ma in realtà è un classico tentativo di phishing. Le autorità hanno già confermato che non si tratta di comunicazioni ufficiali del Ministero.

I Consigli per Non Cadere nella Trappola

Cosa fare se ricevi un’email del genere? Evita di cliccare su qualsiasi link e cancella subito il messaggio. Segnala l’accaduto alle autorità competenti per aiutare a fermare questi truffatori. Con questi raggiri in aumento, restare vigili è essenziale per proteggere i tuoi dati e il tuo portafoglio – chissà quante altre sorprese potrebbero nascondersi nella tua casella email!

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Pietro Orlandi sulla scomparsa di Papa Francesco: “Non dirò nulla, e molti altri avrebbero fatto bene a tacere”

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Pietro Orlandi sulla scomparsa di Papa Francesco: “Non dirò nulla, e molti altri avrebbero fatto bene a tacere”

#PapaFrancesco #CasoOrlandi Scopri il segreto dietro la sorprendente presa di posizione di Pietro Orlandi, che rifiuta di unirsi al lutto mondiale per il Papa!

La voce dissidente di Pietro Orlandi

In un momento in cui il mondo intero si ferma per commemorare Papa Francesco, emerge una figura enigmatica che sceglie di restare in silenzio sul cordoglio. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi – la giovane scomparsa nel 1983 in circostanze avvolte nel mistero – ha condiviso un post sui social media che sta accendendo la curiosità di tutti. Con parole taglienti, Orlandi sottolinea che la sua battaglia per la verità non si ferma, insinuando che il Vaticano avrebbe potuto fare molto di più per risolvere il caso della sorella.

Critiche a personaggi illustri e ipocrisie nascoste

Nel suo messaggio, Orlandi non risparmia nessuno, puntando il dito contro “tanti personaggi illustri del giornalismo, della politica, dello spettacolo e della cultura”. Li accusa di ipocrisia e falsità nei loro tributi al Papa, lasciando intendere che molti hanno evitato di affrontare questioni scomode come il caso Emanuela. Questa denuncia sta generando un’onda di discussioni online, facendoci chiederci: chi sono davvero questi influenti che tacciono sul vero scandalo?

La ferita aperta del mistero di Emanuela

Il caso di Emanuela Orlandi rimane una piaga irrisolta, con una commissione bicamerale d’inchiesta che continua a indagare. Pietro Orlandi, senza fare nomi, evoca chiaramente questo dolore personale, definendolo una “ferita” che non si è mai chiusa. Il suo post si conclude con un rifiuto categorico di aggiungere altri commenti sulla morte del Papa, alimentando speculazioni su cosa potrebbe rivelare in futuro.

L’incontro controverso con Papa Francesco

Da anni, Pietro Orlandi cerca risposte dal Vaticano, ricordando un primo incontro con Papa Francesco in cui il Pontefice gli disse: “Emanuela sta in cielo”. Tuttavia, Orlandi ha rivelato di recente che le sue richieste di un’udienza sono state respinte, con il Papa che si è detto “con troppi occhi addosso”. Questa rivelazione aggiunge un tocco di intrigo, facendoci domandare se ci siano segreti sepolti nelle stanze vaticane che nessuno osa svelare.

I messaggi social durante la malattia del Papa

Prima della scomparsa di Papa Francesco, Orlandi aveva già espresso le sue frustrazioni sui social durante la convalescenza del Pontefice al policlinico Gemelli. In post datati 2 e 9 marzo, augurava una guarigione rapida ma chiedeva con insistenza una lettera di verità per la madre, un gesto che, secondo lui, avrebbe segnato la storia del pontificato. Ora, con il suo ultimo “no comment”, l’attenzione si sposta: cosa succederà dopo questo silenzio carico di tensione?

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