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SEA WATCH La comandante sperona i finanzieri che l’accusano (VIDEO)
«La comandante non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci». Questa la pesante accusa mossa a Carola Rackete e alla Sea Watch dai cinque finanzieri che si trovavano a bordo della motovedetta 808.
L’imbarcazione, una classe 800 di base a Crotone, ha invano tentato di impedire l’attracco al molo di Lampedusa alla nave dell’Ong. Il ministro dell’ interno Salvini ha parlato di un atto di guerra, di un gesto criminale della capitana Carola Rackete: «Si è rischiato il morto». I cinque finanzieri che erano a bordo sono più cauti anche se consapevoli del rischio corso. Quando si è verificato lo scontro a bordo c’erano il comandante, il direttore di macchina, il motorista e due radaristi. Due in plancia, uno a poppa e due a prua.
In due, uno avanti e uno dietro, hanno tentato con le mani di allontanare la motovedetta dalla Sea Watch in modo da guadagnare lo spazio per sfilarsi senza restare incastrati con la banchina. Ci sono riusciti anche se la 808 ha urtato il molo prima di divincolarsi. Il direttore di macchina racconta: «Avevamo tentato di fermarla più volte mettendoci di traverso. Prima che entrasse in porto, quando ha messo la prua in direzione Lampedusa e quando è arrivata vicino al molo. Ma il comandante non ha risposto all’alt. Non ha voluto sentire ragioni e ha continuato a manovrare venendo verso di noi».
Una volta entrata in porto la Sea Watch si è avvicinata alla banchina commerciale dove attracca il traghetto che fa servizio con Porto Empedocle. L’unico posto dove una nave di 50 metri potesse fermarsi. «Ci siamo messi a protezione della banchina e la Sea Watch si è avvicinata manovrando con le eliche di prua spinta dal vento. Da bordo ci hanno detto ‘spostatevi’ e nient’altro. Il comandante non ha fatto nulla per evitarci», continuano i finanzieri. A quel punto la toccata è stata inevitabile: «C’è stato una sorta di movimento ‘elastico’. Prima ci ha schiacciato verso la banchina e poi ha mollato. Solo in quel momento ci siamo potuti sfilare».
Ma perché non vi siete tolti di mezzo prima?
«Perché il nostro compito era quello di non far attraccare la nave che era priva di autorizzazione. Ed è quello che abbiamo fatto finché abbiamo potuto. Poi ci siamo dovuti sfilare. Fossimo rimasti lì, saremmo rimasti incastrati. La nave avrebbe distrutto la motovedetta». La comandante Carola non voleva però ‘speronare’, come dice il ministro, l’unità delle Fiamme gialle. I finanzieri ci pensano un attimo prima di rispondere: «Lei voleva attraccare a tutti i costi, questo è chiaro. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere il tempo di uscire da quella situazione ed evitare danni irreparabili».
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