Calcio
LIVE CONFERENZA TOTTI: “Il mio addio ha un colpevole ben preciso”
LIVE CONFERENZA TOTTI Dal Salone d’onore del Coni la conferenza dell’ormai ex dirigente della Roma. Dopo un periodo di silenzio Francesco Totti dirà tutte le verità riguardanti il suo ormai annunciato addio ai giallorossi.
LIVE CONFERENZA TOTTI Dal Salone d’Onore del Coni, a Roma.
“Innanzitutto ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità in questo posto bellissimo. Alle 12.41 del 17 giugno 2019 ho mandato al CEO della Roma dove ho scritto un po’ di parole per me immaginabili. Ho dato le mie dimissioni dalla AS Roma. Speravo che questo giorno non arrivasse mai, invece è arrivato questo giorno brutto e pesante. Credo sia stato doveroso e giusto. Non ho avuto mai la possibilità di poter lavorare sull’area tecnica con la Roma. Ci deve essere la Roma davanti a tutti, squadra da amare e a cui bisogna sempre star vicini. Oggi non ci devono essere fazioni pro Totti o pro Baldini, ma solo amore per la Roma. Come ho sempre detto, presidenti, allenatori e giocatori passano, le bandiere no. Non è stata colpa mia questa decisione. Non so più che dirvi“.
Hai mai pensato “ma chi me l’ha fatto fare”?
“No, mai. La Roma è la mia seconda casa, se non la prima. Questa mia scelta è stata difficilissima perchè la mia volontà era portare ad altissimi livelli questa squadra e questi colori in tutto il mondo”.
Di chi è stata la colpa di questo addio?
“Non è stata mia perchè non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non sono mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, ma dal secondo sapevo cosa fare. Non ci siamo mai trovati, loro conoscevano le mie intenzioni e la mia voglia, loro non hanno mai voluto tenendomi fuori da tutto”:
Cosa ti senti di dire alla gente? Sarà un addio o un arrivederci?
“Io alla gente di Roma posso dire solo grazie. Grazie per come mi hanno trattato, sempre con reciproco rispetto, dentro a fuori dal campo. Posso solo dire di continuare a tifare Roma, che per me rimane la squadra più importante del mondo. Vederla in difficoltà mi rattrista, perchè Roma e Roma e i suoi tifosi sono diversi da tutti gli altri. La passione che mettono per questa squadra non ha eguali. Questo è un arrivederci, non un addio. E’ impossibile vedere Totti fuori dalla Roma, da romanista non può succedere. Adesso prenderò altre strade, ma al momento giusto, se un’altra proprietà punterà forte su dime, sarò sempre pronto”.
Cosa farai adesso? C’è qualcuno più colpevole di altri per questo addio?
“In questo momento ci sono tante cose che potrei fare. Sto valutando in maniera tranquilla e questo mese continuerò a valutare le offerte sul piatto. Se prenderò una decisione sarà quella giusta. Non sono qui per indicare colpevoli: è stato fatto un percorso che non è stato rispettato e alla fine ho fatto questa scelta”.
Ti sentivi pronto per fare il dirigente? Hai avuto delle promesse?
“Tutti sappiamo che da calciatore hanno voluto che io smettessi. Da dirigente avevo un contratto di sei anni. Sono entrato in punta di piedi, in un ruolo completamente nuovo. Di promesse ne ho ricevute tante, ma non sono state mantenute. Con il passare del tempo ho fatto le mie valutazioni, ho una personalità e non potevo star lì a fare solo ciò che mi dicevano, lo facevo solo per la Roma”.
Una Roma “DeTottizzata”…e anche DeRomanizzata?
“Alcune persone hanno sempre voluto togliere i romani dalla Roma. Sono riusciti ad ottenere ciò che volevano. Gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte con il passare degli anni, alla fine ci sono riusciti”.
I rapporti con Baldini?
“Non c’è mai stato un rapporto con lui e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione penso sia normale ci siano dei problemi interni. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Non servono troppi galli a cantare in una società. Tante persone mettono bocca su tante cose facendo solo danni, mentre ognuno dovrebbe fare il suo. L’ultima parola era sempre la sua, inutile fare o dire ciò che pensavi, era tempo perso”.
Che futuro per la Roma?
“Conosciamo i problemi reali della società, soprattutto per il fair play finanziario. Vendere i giocatori forti è stata una decisione difficile, ma andava fatta per tamponare questi problemi. Bisogna essere trasparenti, soprattutto con i tifosi. Alla gente bisogna dire la verità, anche se brutta. Dissi che la Roma sarebbe stata da quarto, quinto posto, e sono stato accusato di spezzare i sogni dei tifosi, ma io sono trasparente e dico sempre la verità. Per questo non posso stare qua dentro”.
Quanto pesa l’assenza di una società sulla tua scelta?
“Tantissimo, per me è pesata tantissimo. Il presidente deve essere più sul posto. Quando giocatori e dirigenti vedono il capo a Trigoria si sta sull’attenti. Quando lui non c’è ognuno fa come gli pare. Ma è così ovunque”.
Senti di aver fatto tutto ciò che potevi da dirigente?
“Se ho preso questa decisione significa che non ho potuto far niente. Non mi sono sentito parte attiva del progetto, soprattutto sull’area tecnica. Non voglio fare il fenomeno ma penso di capire più di molti altri che stanno a Trigoria. La mia parola è diversa da quella di Paolo…La faccia ce l’ho sempre messa e ce la metterò sempre, soprattutto quando le cose vanno male”.
C’è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso? C’è una speranza che il fondo del Qatar acquisti la Roma?
“Sono stato spesso negli Emirati, ci sono tante persone che vorrebbero investire, ma finoa che non vedo nero su bianco io non ci credo. Posso dire che la Roma è amata e stimata in tutto il mondo e tutti la vorrebbero prendere. Non posso espormi perchè non so niente di tutto ciò”.
“In due anni avrò fatto dieci riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo…A qual punto subentra il rispetto della persona. Ho cercato sempre di portare qualcosa in più, ma dall’altra parte c’era un altro pensiero”.
Cosa serve per riportarti alla Roma?
“Sicuramente un’altra proprietà, poi bisognerà vedere se questa nuova proprietà crederà in me. Sicuramente non ho mai fatto e non farò mai male alla Roma. Oggi per me è come morire, staccarmi dalla Roma è qualcosa di indescrivibile, peggio di quando ho smesso di giocare. Molti dirigenti hanno detto che sono troppo ingombrante…”
Ti è mai arrivata un’offerta di rinnovo? E torneresti con questa società senza Baldini?
“Io non ho mai chiesto soldi, solo di fare il direttore tecnico perchè penso di avere queste competenze, mettendoci la faccia. Ho chiesto di decidere, ma se poi decidono allenatore, direttore sportivo ecc senza chiamarmi…L’unico allenatore che ho chiamato io è stato Antonio Conte, tutti gli altri nomi non li ho mai sentiti. Non voglio passare da stupido…No, non tornerei nemmeno se non ci fosse Baldini, ormai il vaso è rotto. Avrebbero già potuto fare questa scelta, ma loro non ci hanno mai pensato. Comunque rispetto la loro scelta”.
Pallotta ha dichiarato che tu avevi molto peso nelle scelte, quindi dice bugie?
“Solo Fienga ha messo la faccia per me, altrimenti non sarei nemmeno diventato dirigente. L’unica decisione che ho preso è stata su Claudio Ranieri, che moti dirigenti non volevano. Lui sarebbe venuto anche gratis, è un uomo vero, appena l’ho chiamato mi ha detto ‘domani sono a Trigoria’, e i tifosi hanno capito che uomo è. Penso sia doversoso ringraziarlo. Su Pallotta e le sue dichiarazioni ho dato la mia risposta, io dico la verità, non mi serve dire bugie in questo momento”.
Non poteva essere il momento di iniziare a fare il Dt, con l’avallo di Fienga?
“Me l’ha detto tre mesi fa, ma quando c’è una persona che dall’altra parte ti mette il bastone tra le ruote e cerca sempre un intoppo, un problema, c’è poco da fare. L’ultimo parere spetta al Direttore Tecnico, ma non posso prendermi responsabilità per scelte non mie. Se fossi stato interpellato sulle scelta sarei rimasto, ma non mi hanno mai dato fiducia. Conte ci aveva dato l’ok ad esempio, ma poi ha preso altre decisioni…Sarri? Mai contattato, era un pallino di Baldini”.
Su De Rossi ti hanno chiesto un parere?
“La risposta è banale, no. Io già da settembre dissi ai dirigenti ‘se pensate questo sia l’ultimo anno di Daniele diteglielo subito, non fate come con me…’. Il tempo è passato e la cosa si è complicata, in un contesto difficile. Il problema di Trigoria è che le cose vanno affrontate subito. Io con Daniele ci ho parlato da amico”.
Calcio
La Lazio presenta il nuovo tecnico Marco Baroni. Le sue dichiarazioni in conferenza
Conferenza di Presentazione: La Lazio Introduce Marco Baroni
La Lazio ha presentato il suo nuovo allenatore, Marco Baroni. Ecco le parole del tecnico biancoceleste e del presidente, Claudio Lotito, in conferenza stampa.
Le Parole di Marco Baroni nella Conferenza di Presentazione
Queste le dichiarazioni fatte da Marco Baroni in conferenza presso la sala stampa del centro sportivo di Formello: “Noi da subito, anzi, da ieri dobbiamo lavorare. Eredito una squadra che ha cultura del lavoro, dovremo intensificare una cosa che ho sempre portato nelle mie squadre, cioè l’aspetto valoriale che fa la differenza nelle piccole e grandi cose. Si ricongiunge allo spirito laziale, questo serve da subito. Nel calcio non c’è tempo, immediatamente dobbiamo lavorare sulla dedizione, la passione, l’essere attaccati al lavoro. Quando una squadra va sul campo e dimostra a chi la osserva queste componenti, di corsa e qualità nel lavoro, il pezzo più importante è stato fatto”.
Sull’Arrivo alla Lazio
“Quando è arrivata la chiamata sono stato felice, è il momento più alto della mia carriera. C’è voglia e consapevolezza da parte mia e dello staff. Sono uno che ama le sfide, voglio trasferirlo alla squadra. Non dobbiamo avere paura, dobbiamo avere dentro la voglia di sfida, la squadra non deve giocare per se stessa, ma per i tifosi. Lo devono vedere, si deve percepire, è uno scambio che deve avvenire in campo. Col mio staff lavoreremo su questo”.
Su Cosa si Porta Dietro da Verona
“A livello calcistico e da allenatore ho avuto un principio: se non vinco, imparo. L’esperienza è stata bellissima, ci sono tanti modi per affrontare le difficoltà, possono esserci opportunità dietro. Il momento più difficile è stato quello più bello. Ci portiamo dietro un vissuto, ma qui è diverso, qui c’è qualità. Abbiamo perso dei giocatori importanti, che hanno fatto la storia, con più di 300 partite. Abbiamo preso ragazzi giovani, devono partire da lì con voglia, coraggio, compattezza ed equilibrio. Voglio che la squadra faccia un calcio che trasmetta emozioni, è il primo punto”.
Sul Mercato della Lazio
“Non guardo mai quello che manca, ma quello che ho. Sono arrivati giocatori giovani, mi ha fatto piacere che il presidente abbia detto certe cose, c’è un processo di ringiovanimento che si adatta al calcio che vogliamo proporre. Io metto sempre il calciatore al centro del progetto, noi dobbiamo prendere l’atleta e portarlo a ottimizzare le sue prestazioni. Il collettivo è fondamentale, il valore di ogni singolo non fa mai quello del collettivo”.
Sul Modulo
“Sicuramente l’impianto sarà di una difesa a quattro con doppio esterno, all’interno di questo ci saranno delle possibili variabili. Da lì però non ci spostiamo, poi è chiaro che questo sia solo l’impianto, poi c’è la parte più importante con la squadra che deve avere compattezza, equilibrio e ferocia. Bisogna andare a prendere gli avversari, a me piace un calcio dinamico e di ritmo”.
Sugli Obiettivi della Lazio
“È chiaro che parto sempre dalla squadra e dal lavoro per creare un obiettivo, l’obiettivo è quello di migliorare sicuramente il campionato dello scorso anno, abbiamo 47 partite, l’obiettivo primario è quello di farne molte di più. Giocheremo più di 5000 minuti, servirà tutto l’organico, ogni giocatore deve giocare qualsiasi minuto al proprio massimo”.
Sui Giocatori Rimasti alla Lazio
“Possono dare tantissimo, non parliamo di senatori. Ho parlato di cultura, questa squadra ha cultura. L’integrazione tra i nuovi sarà fondamentale, ma la cosa primaria è la presenza di giocatori importanti, li ho salutati oggi, ho visto gente vogliosa. A me questo interessa, interessa portare in campo un clima di fiducia e di gioia nel lavoro. Queste sono le cose più importanti, quando ti alleni forte hai il senso del lavoro e del sacrificio, si gioca come ci si allena. Questa è la sfida con la squadra”.
Sull’Elogio di Gasperini
“Mi riconduco alle parole di Gasperini che mi hanno fatto piacere, ma rimaniamo sul senso delle sue parole. Spesso un allenatore viene valutato per un trofeo, ma vince un allenatore e ci sono allenatori che vincono nel loro obiettivo che può essere una salvezza. Questo era il messaggio, poi mi fa piacere perché c’è stima reciproca ma non penso fosse riferito solo al mio nome ma agli allenatori che insieme allo staff, ai giocatori e ai tifosi raggiungono questo obiettivo”.
Su Dele-Bashiru
“Perdonatemi, non vorrei parlare dei singoli giocatori. Abbiamo scelto e valutato dei giocatori per le loro qualità e devo farli entrare nei nostri schemi grazie al lavoro anche dello staff, poi si mette sempre il giocatore al centro. Ci deve essere subito una grande conoscenza per cercare di far esprimere al meglio il singolo giocatore”.
Sul Suo Metodo
“Io non guardo mai indietro, guarda sempre avanti. Di dietro mi porto le esperienze, ciò che è fatto ieri però è già passato. La mia attenzione è rivolta all’oggi, il mio primo e unico pensiero è la Lazio. Poi è chiaro che ognuno si porta dietro un bagaglio esperienziale, ma siamo tutti pronti per questa meravigliosa occasione”.
Sulle Contestazioni della Tifoseria
“Il sentimento è uno dei valori e degli aspetti in cui credo e a cui sono sempre legato. Il nostro sentimento, quello mio e della squadra deve essere legato ai tifosi. Il primo passo deve farlo la squadra con quei componenti di cui ho parlato prima. Se la squadra suda la maglia, si spende e lotta con coraggio, questo è ciò che tutti vogliono vedere. Ecco perché la mia attenzione è rivolta a quello, al lavoro che dovremo fare insieme alla squadra”.
Sulle Dimissioni di Sarri e Tudor
“No, ho grande rispetto per chi ha lavorato qui, principalmente professionale. Sono però momenti e storie diverse, sono convinto della mia scelta, questi problemi non li ho mai avuti e non li avrò neanche quest’anno. Tutti insieme dovremo cercare di lavorare sul coinvolgimento di tutte le componenti, non si raggiungono obiettivi se non siamo tutti insieme e questo è l’aspetto più importante su cui lavoreremo”.
Sull’Inserimento di una Figura per Gestire lo Spogliatoio
“No, io non vedo queste problematiche. Qui c’è un gruppo di lavoro forte, un gruppo di ragazzi che ha voglia. Io ricorderò la fortuna che abbiamo, ricorderò ogni giorno che quello che spendiamo in campo è una fortuna. Quando ci sono tutte le componenti di cui ho parlato prima io non vedo altre problematiche. Questo aspetto non mi mette timore, sono certo di questo”.
Sulle Richieste di Mercato
“Il coinvolgimento è stato totale, dall’inizio. Sono arrivato nel momento giusto quando c’erano da fare delle situazioni le abbiamo analizzate insieme. C’è stato un coinvolgimento totale da parte del presidente e del direttore, sono state fatte delle uscite che ha spiegato il presidente. Noi non mandiamo via nessuno, ma serve quello che ho elencato prima. Dobbiamo avere giocatori che hanno il sentimento, la voglia e la determinazione per affrontare un’annata che vogliamo rendere importante. Ho delle coppie in ogni ruolo e non vedo l’ora di lavorare con i ragazzi”.
Sul Suo Staff
“Il valore del giocatore lo conosciamo, so che è un giocatore bravo che può giocare sull’esterno. Di questa situazione non voglio parlare, non voglio parlare di singoli e di situazioni di mercato. Qui ho portato dei collaboratori, il mio secondo Del Rosso, due preparatori atletici, un collaboratore e due match analyst. Poi abbiamo trovato qua Viotti e Lamberti con cui ho già parlato, due ragazzi giovani cui ho trasmesso la mia energia. Siamo uno staff a porta aperta, chi lavora forte dalla mattina alla sera trova l’ambiente ideale. Chi ha meno voglia ha un problema, ma non è questo il caso”.
Sulla Telefonata con Sarri
“C’è stata una telefonata ma solo di saluti. Con Maurizio c’è stima, quando ero già stato annunciato ci siamo sentiti. Ci siamo incrociati nei campionati di C2, c’è stima professionale e un buon rapporto umano. Anche io ho molta stima del suo lavoro”.
Sulla Lazio di Baroni
“Conosco benissimo la storia della Lazio, io voglio un calcio aggressivo. Ho studiato la squadra e ho guardato quanto fatto lo scorso anno, a me non piace molto attendere e per questo andremo a lavorare con la squadra. Io parto sempre da quello di cui ha bisogno la squadra per fare risultato. Ho in testa un calcio da fare, studiando ogni singolo componente credo si possa mettere in atto”.
Sul Doppio Centravanti e sulla Difesa a Quattro
“A me piace giocare con i due esterni e la difesa a quattro, vi ho dato un impianto. All’interno di questo ci possono essere delle variabili anche a seconda della partita, non sono ingessato in un sistema di gioco. Contro la Lazio con il Verona siamo partiti a 4 ma avevamo delle difficoltà e ci siamo messi a specchio con la difesa a tre. È chiaro che poi vado a leggere la partita, in un calcio dinamico non creo un modello dal quale non si può uscire. Tendenzialmente l’impianto su cui costruire è quello, poi vedremo le varianti”.
Le Parole di Lotito alla Presentazione di Baroni
Queste le parole del presidente della Lazio Claudio Lotito, presente alla conferenza di presentazione del nuovo tecnico biancoceleste Marco Baroni: “Buongiorno a tutti, è l’occasione per fare il punto e confutare cose che non corrispondono alla realtà. Sento cose che non hanno fondamento, la Lazio non sta facendo un ridimensionamento ma una riorganizzazione premiando il merito”.
Sulla Scelta di Baroni
“La scelta del tecnico è una scelta pensata, voluta, basata sulla valutazione tecnica della persona e il progetto che vogliamo intraprendere su una squadra che si basa sulla forza fisica e la corsa. Il calcio è cambiato. Prima si cercavano le bandiere, oggi lo vedete in tutte le squadre. Io sono uno degli ultimi ad aver cercato punti fermi, ma le scelte di alcuni sono state funzionali per gli interessi economici che prescindono dall’attaccamento alla maglia. Vogliamo ripartire da una logica diversa, basata sulla professionalità, un allenatore che non va dietro alle teorie ma alla pratica”.
Sulla Nuova Lazio di Baroni
“Chi merita gioca. Non gioca chi ha un nome che in passato ha avuto un peso, tutto va dimostrato giornalmente e nelle partite. La mancata applicazione di questa situazione ha portato all’avvicendamento di due allenatori. Gli allenatori che sono andati via non hanno avuto nessun problema con la società. I giocatori devono mettersi al servizio della società, non il contrario. Va premiato il merito. Mi ricordo nell’Udinese un attaccante, Di Natale, che rifiutò qualsiasi cosa per rimanere lì. Ora gli attaccamenti alla maglia vengono meno. Vogliamo una squadra organizzata e propositiva, che faccia spettacolo. I calciatori devono dimostrare il proprio impegno e la maglia bagnata, a volte non è successo questo”.
Sui Cambiamenti Apportati
“La Lazio l’anno scorso non ha fallito, detto che è in Europa League. Ha perso contro squadre più piccole e meno attrezzate. Ci sono stati problemi di testa e spogliatoio, questo ha portato alle dimissioni di Sarri in primis e dello stesso Tudor. Noi vogliamo riportare al centro dell’interesse la Lazio, chi non vuole se ne può andare. Non mi interessa più la commistione di calciatori, tifosi e stampa. Se uno è bravo lo dimostra sul campo, altrimenti sta fuori”.
Sul Mercato
“Non siamo andati a prendere giocatori dalla B, sono scelte pensate e volute, concordate con il tecnico. Hanno forza fisica e voglia di fare, vedremo sul campo. Si fanno dei nomi, alcuni non sapete neanche chi fossero”.
Su Greenwood
“Per Greenwood siamo arrivati a 20 minuti da lui ed è saltato. Nella vita mancano i presidenti, quelli che ci mettono i soldi e la faccia. L’anno scorso era stato perso, purtroppo è saltato per un disallineamento tra il mercato della Premier League e la Serie A”.
Sulla Sinergia con Baroni
“Abbiamo trovato una sinergia con Baroni, qualità umane ineccepibili, le qualità tecniche le dimostrerà. Doveva essere panchina d’oro, se l’è guadagnata con il Lecce e il Verona, non ha avuto la fortuna di questa possibilità prima. Genererà nella squadra un rapporto diverso, gioca chi merita e fa la differenza. La premessa è questa”.
Sulle Spese della Lazio
“Qualcuno ha scritto che la Lazio ha speso 30 milioni, sono 40 milioni, c’è anche l’IVA quando uno paga più le commissioni. Non abbiamo termini di paragoni. Costruiremo una squadra competitiva, lo era anche l’anno scorso, non lo era di testa nello spogliatoio”.
Sugli Addii Importanti
“Alcuni infatti hanno abbandonato la nave nonostante avessero avuto tutto quanto richiesto. Noi pensavamo che si potesse tenere in piedi il processo di bandiere, quindi tenere per più di 3 anni i calciatori. Mi dispiace solo per Felipe Anderson che ha fatto una scelta di vita. Voleva tornare in Brasile. Per il resto ci saranno le condizioni per dare al mister un organico con potenzialità”.
Sugli Obiettivi della Lazio
“Il tema è molto semplice. Noi avevamo come obiettivo la Champions. Noi abbiamo perso la prima partita con il Lecce, poi con il Genoa. Abbiamo perso anche con la Salernitana. Qualcuno si è lamentato perché non giocava e poi si sono create determinate alcune situazioni. Ha trovato delle persone che avevano comportamenti non attinenti alle sue esigenze”.
Su Tudor
“Ringraziamo Tudor che gli ha dato una raddrizzata. Ha tenuto fuori diversi calciatori nelle ultime partite. Chi gioca solo per sé stesso non gioca, come ha detto Baroni. Deve essere premiato il merito. La scelta dei giocatori sono quelle che hanno le migliori performance fisiche. Gli altri si devono adeguare, altrimenti stanno fuori. Allora lì c’è gente che decide di andarsene”.
Su Luis Alberto
“Poi Luis Alberto. Ha avuto i soldi che voleva, perché sapeva che si trovava in una condizione di difficoltà. Il calcio è cambiato, c’è un altro modello”.
Su Sarri e gli Acquisti
“Se prendevo Berardi ero morto, lui voleva Ricci, noi abbiamo speso 25 milioni per Rovella. Poi vediamo chi sarà meglio dei due. Poi ha preso Pellegrini che voleva lui, come avevamo fatto con Hysaj. Il nostro errore è aver mantenuto dei calciatori che non davano il massimo. Poi abbiamo dovuto ringiovanire la squadra. I giocatori ormai hanno una vita di 3 anni nelle società, perché il turnover cambia la presunzione che senza di me non si può fare niente. Se all’interno della squadra hai persone che non remano dalla stessa parte, hai dei problemi”.
Su Kamada
“Il procuratore ha chiesto 2,5 milioni per il rinnovo di un altro anno, ma io devo fare gli interessi della società, siamo quotati in borsa”.
Sul Flaminio
“Stasera andremo in Campidoglio per parlare dello stadio, devo costruire una società stabile. Se vedi gli altri presidenti, hanno una vita di 6-7 anni con quella società, poi se ne vanno. Oggi la Lazio invece ha una forza istituzionale e politica che prima non c’era. La Lazio ha una forza patrimoniale di 250 milioni, ma questo nemmeno lo sapete. I patti quando si fanno vanno mantenuti, infatti è vero, la colpa è la mia. Adesso ripartiamo dai giocatori che hanno fame”.
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Quante sono le curiosità statistiche sulla Lazio che non conosci?
Nella Capitale sono due i club più forti di tutti i tempi nella classifica di Serie A e la Lazio è onnipresente tra i siti scommesse che offrono il palinsesto delle squadre favorite alla vittoria della Serie A, non a caso le Aquile presentano diversi record e curiosità statistiche nel ranking all time. Se sei un vero tifoso e nelle tue vene scorre sangue biancoceleste, dovresti conoscere tutte le statistiche della Lazio: ecco quali sono le più interessanti e sorprendenti.
Lazio tra sesto e settimo posto nella classifica eterna di Serie A
Iniziamo subito con una chicca, perché i Biancocelesti attualmente si trovano alla settima posizione della classifica all time di Serie A con 3967 punti, guadagnati in 2776 match disputati nella massima categoria.
Le vittorie sono 1075, mentre i pareggi 800, dati aggiornati al 2024, ma attenzione: al sesto posto c’è il Napoli a quota 4010 punti. Questo significa che il campionato di Serie A 2024 – 2025 potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per i Biancocelesti: basterà iniziare colmare un gap di meno di 50 punti.
Ciro Immobile è il vero re di Roma
Al 2024 sono 340 le presenze di Ciro Immobile con la maglia della Lazio, frammento infinito di tempo in cui è riuscito a salire al top della classifica marcatori all time biancoceleste con i suoi 207 gol totali segnati con le Aquile.
I rigori messi a segno da Immobile sono 60, mentre in Serie A ha segnato ben 169 reti. L’attaccante numero 17 è riuscito nell’impresa di superare Silvio Piola sotto ogni punto di vista, infatti, Piola ha segnato 159 gol totali, di cui 143 in Serie A. Ecco perché ormai non ci sono più dubbi: è Ciro Immobile il vero re di Roma.
Chi sono i due calciatori che possono vantare più di 400 presenze nella Lazio?
In questa speciale classifica è Stefan Radu a dominare con 427 presenze in biancoceleste, segue Giuseppe Favalli a quota 401 match con la Lazio.
Quali sono i titoli nella bacheca della Lazio?
Le Aquile sono sempre presenti nei match in diretta live streaming e nelle scommesse calcio di Serie A, Champions ed Europa League da diversi anni, infatti, possono vantare un palmares di tutto rispetto.
Le Aquile hanno vinto due scudetti, il primo nel 1974 e l’ultimo nel 2000, mentre per quanto riguarda la Coppa Italia sono ben 7 i titoli presenti nella bacheca dei Biancocelesti, la prima Coppa è stata vinta nel 1958 e l’ultima nel 2019.
Le Aquile possono vantare anche 5 Supercoppe Italiane vinte tra il 1998 e il 2019, mentre in ambito UEFA la Lazio ha vinto nel 1999 la Coppa delle Coppe e la tanto ambita Supercoppa Europea: un doble internazionale passato alla storia.
In totale, sono 81 i campionati di Serie A a cui ha partecipato la Lazio dal 1929 al 2024, per due volte i Biancocelesti sono stati campioni d’inverno, la prima nella stagione 1936 – 1937 e l’ultima volta nel campionato 1973 – 1974.
Per concludere, le Aquile sono state la quarta squadra a vincere un doble Nazionale nella stagione 1999 – 2000, che vede la vittoria dello scudetto e della Coppa Italia, a cui bisogna aggiungere anche la vittoria della Supercoppa Italiana che ha regalato il triplete Nazionale ai Biancocelesti.
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