Cronaca
ROMA Madame furto nuovamente arrestata
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ROMA Madame furto nuovamente arrestata: ecco il motivo.
ROMA Madame Furto nuovamente arrestata. Il 30 maggio scorso i Carabinieri l’avevano accompagnata nel carcere di Rebibbia, dove avrebbe dovuto scontare la pena definitiva di 25 anni. Ma complice il suo stato di gravidanza, era riuscita ad ottenere il beneficio del differimento pena, cioè scontare la condanna dopo il parto. Una volta in libertà, però, la donna è tornata subito al “lavoro”, in compagnia di 3 complici, il che le è costato un nuovo arresto, dai Carabinieri della Stazione Roma Via Vittorio Veneto.
I miliari, in servizio in abiti civili, hanno riconosciuto la 33enne di origini bosniache, già madre di 10 figli, in compagnia di tre “colleghe”, di 36, 22 e 14 anni, e ne hanno seguito gli spostamenti, all’interno della fermata metropolitana Flaminio. A un certo punto il quartetto ha preso di mira una turista 86enne del Perù, disabile in sedia a rotelle: approfittando della calca, l’ha accerchiata e le ha sottratto il borsello con il denaro.
I Carabinieri sulle loro tracce sono però subito intervenuti bloccando le 4 donne e recuperando l’intera refurtiva. In attesa delle autoradio per portarle in caserma, la banda è stata sorvegliata dai militari dell’Esercito Italiano, di vigilanza nella stazione metro, nell’ambito dell’operazione “strade sicure”, in forza al 3° Reggimento Bersaglieri, del Raggruppamento Lazio-Abruzzo, a guida della Brigata “Sassari”.
Dopo l’arresto, Madame Furto e le altre due maggiorenni sono state processate per direttissima: il giudice ha convalidato l’arresto e ne ha disposto l’accompagnamento presso il carcere di Rebibbia femminile.
Per la 14enne invece si sono aperte le porte del Centro Prima Accoglienza, di via Virginia Agnelli.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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