Cronaca
ROMA SAPIENZA Tenta di entrare al rave ma si ferisce gravemente: dramma per un 26enne

ROMA SAPIENZA Tenta di entrare al rave ma si ferisce gravemente: è dramma per un 26enne.
ROMA SAPIENZA Tenta di entrare al rave ma si ferisce gravemente. Vittima un 26enne originario di Foggia ma residente a Roma. A quanto si apprende, il tentativo di scavalcare un cancello è costato al ragazzo la recisione dell’arteria femorale. Al momento il giovane si trova ricoverato al Policlinico Umberto I, dove sta lottando tra la vita e la morte. L’incidente che gli è stato fatale si è verificato nella notte fra venerdì 21 e sabato 22 giugno in viale dell’Università. Da qui il 26enne stava tentando di penetrare nell’ateneo de La Sapienza, dove si stava svolgendo la “Notte Bianca“, “Sapienza Porto Aperto“
Il ragazzo, insieme ad alcuni amici, ha scavalcato uno dei cancelli di accesso alla città universitaria ed è poi rimasto infilzato, recidendosi l’arteria femorale. Vista la copiosa perdita di sangue, è stato trasportato d’urgenza al vicino ospedale di viale Regina Elena, dove si trova ancora in prognosi riservata.
Ignota ancora la dinamica dell’accaduto, su cui, contattata dal pronto soccorso del vicino nosocomio universitario, sta indagando la polizia. Complice l’urgente bisogno di sangue, decine di appelli sono stati lanciati sia da Foggia che da Roma per chiedere una donazione.
Tra essi, anche quello degli organizzatori della “Notte Bianca”, che sulla pagina Facebook scrivono: “Un ragazzo ha avuto un incidente e c’è bisogno urgente di sangue. Luogo: ospedale Umberto I, viale del Policlinico 155 (centro trasfusioni). Quando: domenica ore 7. Chi: gruppi sanguigni 0 positivo e 0 negativo. Gli uomini non devono aver donato negli ultimi tre mesi, le donne non devono aver donato negli ultimi sei mesi. Occorre tessera sanitario e documento d’identità. Non bere latte o derivati. Al momento della donazione è da comunicare “Per Francesco, anno di nascita 1993“.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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