Cronaca
ROMA Violenta rissa al mercato di Porta Portese
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ROMA Violenta rissa al mercato di Porta Portese: le indagini.
ROMA Violenta rissa al mercato di Porta Portese. Protagonista un ragazzo sulla trentina, evidentemente esaltato. Prima colpisce una persona con un pugno in faccia, facendolo sbattere di testa sull’asfalto. Poi, non contento, si rivolge con lo stesso intento verso un’altra persona. Urla, minaccia. Vani sono i tentativi della fidanzata, accanto, di farlo rientrare in auto, una Smart nera. Il ragazzo viene circondato da quattro persone, una delle quali armata di spranga. Un’altra invece è appena finita al tappeto. L’episodio si è verificato ieri mattina alle sei, in mezzo alle bancarelle e ai primi clienti del noto mercato di via Ettore Rolli.
All’origine della rissa forse una lite per un parcheggio. L’epilogo è stato ripreso da un passante con il proprio smartphone. «Ma levati», dice il ragazzo, mentre la compagna cerca di calmarlo. Un gruppo di persone lo avvicina e lui le sfida. Sono venditori ambulanti, gli stanno attorno in modo ostile. Per nulla intimorito, all’improvviso il trentenne vede spuntare il titolare di un banco. Ha una maglietta verde, i guanti neri, in mano una spranga. Con essa per tre volte prova a colpirlo. Vicino al trentenne, la compagna urla spaventata. Lui evita i colpi e poi scatena la sua reazione furiosa. Il bancarellaro, colto di sorpresa, lascia la sbarra in terra e scappa.
Mentre lo insegue, il giovane intercetta un altro degli uomini che lo avevano circondato. Lo colpisce con un pugno in pieno viso, non lasciandogli scampo. La vittima infatti cade a terra sbattendo la testa e restando immobile sull’asfalto. Ringalluzzito, il trentenne si scaglia poi contro una terza persona che schiva i pugni. Interviene la compagna, che lo prega di rientrare in auto, mentre lei cerca di prendere le distanze. Ma lui rilancia, rivolto ad altri ambulanti: «Quante ne avete prese oggi?». Poi rivolto alla ragazza: «Vai amo’, vai che ho steso tutti».
La giovane prova a scappare con l’auto, ma non trova le chiavi. Il titolare di un banco invita allora gli altri a rifarsi sotto per bloccarla. Nessuno però lo ascolta mentre il trentenne, sceso dalla Smart, solleva da terra l’uomo che aveva mandato ko. Il quale, tutto barcollante, arriva ad un furgoncino e si poggia. Poco dopo viene portato via in ambulanza dal personale sanitario. Sulla faccenda indaga la polizia.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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