Attualità
ULTIM’ORA – Salvini contro la Sea Watch: provvedimenti drastici!

Salvini contro la Sea Watch dopo che l’ONG ha salvato 50 migranti. Secondo il ministro dell’interno sono state violate le leggi.
Salvini torna a tuonare contro la Sea Watch: “E’ una nave pirata. Non vediamo l’ora di usare i nuovi strumenti del decreto sicurezza bis” e punta alla confisca dell’imbarcazione della Ong tedesca qualora facesse rotta verso l’Italia. Il ministro inoltre annuncia la chiusura entro luglio del Cara di Mineo, il più grande centro per rifugiati presente in Italia che oggi ha 152 ospiti ma che è arrivato ad accogliere oltre 4mila persone.
“La cosiddetta guardia costiera libica successivamente comunicava di aver assunto il coordinamento del caso”, dice la Ong tedesca sostenendo però che una volta arrivata in zona la Sea Watch 3 non ha trovato “alcun assetto di soccorso”. Dunque ha recuperato i migranti “come il diritto internazionale impone”.
Tutto il contrario di quello che dice Salvini: “La nave è intervenuta in zona Sar libica, anticipando la Guardia Costiera di Tripoli pronta ad intervenire e già in zona” e “disobbedendo alle indicazioni di chi coordina le indicazioni di soccorso”.
Un comportamento che, qualora la Sea Watch 3 puntasse sull’Italia, porterebbe la Ong a rischiare la confisca della nave, visto la precedente violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali in occasione dello sbarco del 19 maggio scorso a Lampedusa, e una multa pesante. L’articolo 2 del decreto sicurezza bis stabilisce infatti che in caso di violazione del divieto di “ingresso, transito o sosta in acque italiane” è prevista una sanzione da 10mila a 50mila euro e, “in caso di reiterazione” della violazione, la confisca.
Ultime Notizie Roma
La bellezza può uccidere? Le mani pericolose del dottor Bravi
Attualità
Il giallo di Emanuela: corpo tra i cespugli e nessuna traccia

La tragica vicenda di Emanuela Ruggeri, il cui corpo è stato ritrovato senza vita tra i cespugli di via del Mandrione, solleva interrogativi inquietanti che non possono essere ignorati. Sei giorni di silenzio, un ultimo messaggio alla madre – “Vado al mare” – e poi il nulla: nessuna traccia, nessun testimone, nessuna telecamera. Solo un cadavere in avanzato stato di decomposizione in una zona degradata e pericolosa di Roma.
Finora gli elementi accertati lasciano spazio a poche certezze e molte ipotesi: non ci sono segni evidenti di violenza, ma il corpo nascosto nella vegetazione fa pensare a un tentativo deliberato di occultamento. Difficile immaginare un malore o un incidente in un luogo così isolato senza che qualcuno abbia notato qualcosa.
L’ipotesi tecnica di “morte in conseguenza di altro reato” apre a un ventaglio di possibilità: potrebbe trattarsi di un gesto volontario, di un evento accidentale, o – come molti temono – di un crimine coperto con cura.
In attesa dell’autopsia e dell’analisi dei tabulati telefonici, ciò che resta è un senso profondo di inquietudine, non solo per la morte di Emanuela, ma per il vuoto di sicurezza e trasparenza che vicende come questa continuano a mettere in luce nella nostra società.
-
Attualità5 giorni ago
Allarme baby-gang a Mezzocammino: il quartiere insorge per l’arrivo di giovani da altre zone
-
Attualità7 giorni ago
Un rapido fronte temporalesco attraversa l’Italia, ma il caldo tornerà nel weekend con 40 gradi previsti.
-
Attualità7 giorni ago
Chiusura del tratto della tangenziale a Roma per lavori, traffico in tilt
-
Attualità7 giorni ago
Sportello per uomini vittime di violenza. Luogo e orari d’apertura