Calcio
AS ROMA Il secondo addio di Totti
Dopo la tristezza di due anni fa nel momento del ritiro dal calcio giocato si aggiunge ora per Francesco Totti la rabbia per dover lasciare definitivamente la sua Roma.
<strong>Totti chiuderà oggi i suoi trenta anni di militanza giallorossa. Lontano da Trigoria e da chi la governa. Ma parlerà per dire da chi e come è stato fatto fuori. Avendo più credibilità di chi lo ha usato e preso in giro fino all’ultimo parlerà a reti unificate: Rai, Sky, Mediaset, social, siti internet. Alle ore 14 prenderà il via la diretta tv dal Salone d’Onore del Coni, grazie a Giovanni Malagò che, solidale e affettuoso, gli apre la casa dello sport italiano. Loro sì, veri romanisti.
Paolo Condò farà il moderatore. Accreditati 250 giornalisti. I posti a sedere sono 160, più 30 degli scranni che potrebbero non essere utilizzati per dar spazio a più persone. Contando anche fotografi e operatori tv, davanti al palco sanno più di 350. Fuori attesi i gruppi della Sud. L’ex capitano confermerà di non aver mai immaginato di dire basta e rifiutare il ruolo vuoto di dt: «Non ci sono più le condizioni per andare avanti». Poi finalmente si sfogherà con la chiarezza che gli è stata silenziata dentro Trigoria.
Dirà il perché se n’è andato e chi lo ha voluto fuori da ogni strategia. Baldini, ovviamente. Che lo definì «pigro» nel 2011 e che ammise di avergli fatto chiudere la carriera nel 2017. Che non lo ha interpellato per scegliere il nuovo tecnico tra De Zerbi, Fonseca e Giampaolo. Entrerà nei particolari. Ringrazierà Fienga. Ma non il presidente Pallotta che si fa condizionare in ogni scelta senza vivere la realtà di ogni giorno. Qualche rimprovero anche per qualche altro dirigente svelto a scaricarlo nei giorni della convivenza con Spalletti.
Non darà però anticipazioni sul futuro. Se in Nazionale o altrove. Ci penserà dopo le vacanze, domani partenza per la Spagna. Chissà se tornerà e quando. Gli piacerebbe ricominciare con Daniele De Rossi quando la proprietà non sarà più questa. In società e non fuori (con tanto di delatore americano, il preparatore atletico Ed Lippie che è anche fisioterapista di fiducia del presidente) hanno provato a metterli uno contro l’altro. Tentativo non riuscito. Anzi, ha rafforzato l’amicizia.
Totti è la Roma: la scritta al centro della Curva Sud nell’ultima del capitano. Ma, almeno nel merchandising non lo è più. Rinunciando ai quattro anni di contratto da dirigente interrompe ogni altra collaborazione commerciale con il club giallorosso. Non sarà più presente nelle iniziative degli sponsor che hanno preteso di averlo testimonial negli spot televisivi e fotografici. E gli store non potranno più vendere la sua maglia personalizzata, Che, qui e all’estero, resta la più venduta e la più richiesta.
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