Cronaca
NEONATA NEL TEVERE – Emergono le prime tragiche ipotesi

Notizia choc quella che ha sconvolto ieri la Capitale. Ritrovata una neonata nel Tevere: cominciano ad emergere le prime ipotesi.
Aveva ancora il cordone ombelicale, reciso con le forbici e poi annodato come ultimo gesto di pietà. A dare l’allarme di quel corpicino in acqua un pescatore d’anguille. Una neonata nel Tevere nata forse da meno di 24 ore. Gli inquirenti stanno indagando per omicidio colposo.
Dietro la nuca della piccola forse il segno di un colpo, di una contusione. Ancora non è chiaro se la piccola sia stata gettata in acqua ancora viva o sia stata addirittura uccisa prima. Di sicuro, ha stabilito il medico legale, aveva respirato. Sarà l’autopsia a chiarire le dinamiche di questa terribile vicenda.
Ora si cerca la donna che ha partorito questa povera creatura. Innanzitutto sono stati allertati tutti gli ospedali e i presidi sanitari che possano avere accettato nelle ultime 24/48 ore una donna pronta al parto e che poi sia tornata a casa.
Da ieri pomeriggio, sono stati passati al setaccio gli accampamenti e le baraccopoli lungo il fiume, specie nella tratta che va da Marconi al viadotto della Magliana nel tentativo di trovare tracce o informazioni utili. E si stanno esaminando i filmati delle telecamere in prossimità di ponti e approdi.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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