Cronaca
ROMA Carabiniere senza assicurazione ne combina di tutti i colori: condannato

ROMA Carabiniere senza assicurazione ne combina di tutti i colori: condannato.
ROMA Carabiniere senza assicurazione ne combina di tutti i colori. Oltre a circolare senza il talloncino assicurativo, il militare ha infatti prima provocato un incidente e poi è scappato. Infine, non contento, ha simulato il furto dell’auto: in questo modo, se fosse stato individuato, avrebbe potuto dire che non era lui alla guida. Il suo tentativo di sfuggire all’accusa di aver causato un tamponamento che ha provocato tre feriti è stato però vano.
A lui è infatti risalita la vittima del sinistro, un avvocato romano. E così ieri il militare è stato condannato a 1 anno e mezzo di carcere per simulazione di reato, omissione di soccorso e lesioni. Accuse sempre negate di fronte al giudice. Ad inchiodarlo però proprio l’avvocato, all’epoca studente di giurisprudenza. Convocato nel comando dell’Eur, il legale ha infatti riconosciuto la Mercedes che aveva urtato la sua Panda. Una versione incredibile per gli stessi colleghi dell’appuntato, che però alla fine la conferma: «Ero senza assicurazione, ho avuto paura». Parole che sfortunatamente non potranno essere utilizzate in aula, in quanto rese in assenza di un difensore.
Il caso risale a gennaio 2012. Dopo tre anni di indagini e quattro di processi, sono state dichiarate le responsabilità del militare. Nel frattempo l’automobilista danneggiato si è laureato ed è deciso a fare il penalista. Complice proprio la condanna per lo speronatore, ottenuta grazie alla caparbietà della responsabile dello studio legale presso il quale ha svolto la pratica. Il carabiniere in aula si è difeso sostenendo che l’auto gli era stata rapinata sulla via Ardeatina da un uomo, probabilmente armato di pistola, mentre tornava in una foresteria dell’Arma. Ma i giudici non gli hanno creduto.
Cronaca
Il “metodo Giubileo” dietro i funerali di Papa Francesco: le riflessioni di Gualtieri

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Cronaca
Papa Francesco e i romani: l’abbraccio commovente lungo il corteo funebre che unisce i cuori

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Il percorso leggendario della papamobile
Immagina di camminare per le strade di Roma seguendo le tracce della papamobile, un viaggio che ieri ha catturato l’attenzione di tutti, da San Pietro fino a Santa Maria Maggiore. L’atmosfera era elettrica, con cori angelici che echeggiavano tra la folla, mentre i fedeli si riunivano come in una nuvola di incenso. Solo il suono intermittente delle ricetrasmittenti rompeva il silenzio, anticipando l’arrivo del feretro. Questo cammino inaspettato, proprio come lo stile di Francesco, univa l’austerità del Vaticano alla vivacità multiculturale di piazza Vittorio, creando un mix irresistibile di sacro e profano.
I romani e il loro rapporto “al tu” con il Papa
A Roma, anche un evento solenne come un funerale sa trasformarsi in qualcosa di leggero e coinvolgente, strappando sorrisi tra la folla. I romani, con il loro spirito irriverente, non si trattengono: “Il corteo del Papa è già qui? Accidenti, è arrivato prima di me quando accompagno nonna!”, esclama qualcuno tra la calca. Lungo i sei chilometri del corteo, almeno duecentomila persone si sono sistemate ai bordi delle strade, chi con una fetta di pizza bianca in mano, chi assaporando un maritozzo con la panna. È quel tipico approccio diretto dei romani, che gridano “Ciao Padre, grazie!” con una familiarità che fa sentire Francesco come uno di famiglia.
Storie di fedeli e ricordi indimenticabili
Tra la folla, incontri come quello con Anna Maria Lanni, 84 anni, che manda un bacio al volo al Papa: “Adesso che sei lassù, metti una buona parola per la pace in Ucraina!”. O Sandra Corvi, 76 anni, che vive in viale Manzoni e adora come Francesco si occupasse degli “ultimi”. Camilla Silvestri, dalla vicina San Lorenzo, è orgogliosa: “Questo è il vero centro di Roma”. Persino Lauro, 80 anni, arrivato in metro dal Tuscolano, lo saluta con un “Buongiorno, ben arrivato a Santa Maria Maggiore”. Queste storie, piene di calore e affetto, mostrano come i romani intreccino la vita quotidiana con i grandi eventi, rendendo ogni addio un capitolo unico.
La Roma multiculturale in festa
Non solo i romani storici, ma anche giovani, suore e persino i bengalesi dalle cucine dei ristoranti si uniscono alla celebrazione. Loredana Fiore, avvocatessa di 59 anni, nota: “Francesco era uno di noi, diretto e franco, e ha richiamato tanti giovani con la sua serenità”. Le parrocchie come Santa Prassede si sono aperte per accogliere i pellegrini, trasformando le vie in un grande abbraccio collettivo. Persone come Gabriella Valentino, 84 anni, da Roma nord, condividono ricordi di papi passati, mentre Roberto dalla Montagnola corre per unirsi all’ultimo saluto: “Eccome, Francè, arrivo a dirti quanto ti abbiamo voluto bene!”. È una Roma viva, dove ogni incontro è una sorpresa che ti lascia con il fiato sospeso.
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