Cronaca
ROMA Ricatti hard a minorenni: 18enne condannato
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ROMA Ricatti hard a minorenni: 18enne condannato.
ROMA Ricatti hard a minorenni. Che venivano agganciate su Lovoo, la nota app di incontri, in maniera sempre molto romantica, con un arcobaleno di emoticon. Protagonista L.R., 18enne romano del Casilino, neo diplomato. Era lui a servirsi di quest’espediente passionale per ‘rimorchiare’ in chat coetanee o ragazzine ancora più giovani. Le quali venivano poi abbindolate e infine costrette, sotto minaccia, a contraccambiare prestazioni hard via web-cam.
Abusi costati carissimi allo studente: ieri il Tribunale di Roma lo ha condannato, in abbreviato, a un anno e 4 mesi di carcere per violenza sessuale. «Non cercava amore, ma intimità estorte, terrorizzando le ancor più giovani malcapitate, tutte minorenni», ha ricostruito l’accusa. Secondo cui il copione era sempre lo stesso. I baci su Lovoo, le chiacchierate in chat fino a notte fonda. E poi lo scambio di contatti su WhatsApp e Instagram, per proseguire a inviarsi foto e sorrisi. Passati poi, in maniera sempre più ossessionante, a scatti in costume e in intimo. «Fammi vedere quanto sei bella», «già mi piaci», le rassicurava il ragazzo. Che, una volta memorizzate le foto, diventava uno sfacciato ricattatore erotico. «O ti mostri tutta nuda e ti accarezzi oppure farò circolare le tue foto in intimo su internet». Un ‘gioco’ cui si sono piegate almeno tre adolescenti, due diciassettenni e una quindicenne.
La prima, B., liceale, si trova su Lovoo per conoscere nuovi ragazzi. Incontra L. e quasi se ne innamora. Lui è affettuoso. Le chiede del percorso di studi, ma anche la taglia del reggiseno. «Inviami delle foto, dai. Mi basta qualche scatto in perizoma». Beatrice acconsente. Senza sapere che, dal 18 al 23 gennaio del 2017, vivrà un incubo. «Chiamami stanotte, spogliati». La ragazzina, pur in lacrime, si piega ai soprusi. Negli stessi giorni L. aggancia pure C., coetanea. Anche lei, sedotta inizialmente con la stessa tecnica, viene poi spinta a inviare tre filmati erotici. Altrimenti, come scriverà la mamma della giovane in denuncia, l’avrebbe «disonorata sui social». Su Whatsapp invece il ragazzo minaccia V., 15 anni, sempre dopo l’iniziale corteggiamento. Non contento delle foto di nudo che la ragazzina gli aveva girato, aveva infatti preteso altro.
Il tutto è stato ricostruito dagli investigatori della polizia postale, su delega del pm Elena Neri, dopo il sequestro dell’IPhone e del pc dell’indagato. A far partire l’indagine la mamma di B., con cui la figlia si era confidata dopo aver capito che il nuovo amico si era trasformato in aguzzino.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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