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Cronaca

ROMA San Basilio — Nuova strategia dei pusher in seguito ai numerosi arresti

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ROMA San Basilio — Nuova strategia dei pusher in seguito ai numerosi arresti

ROMA San Basilio — Dopo le recenti operazioni antidroga dei Carabinieri della Compagnia Montesacro, che hanno portato a numerosi arresti, i pusher del quartiere hanno adottato una nuova strategia

ROMA San Basilio — I recenti blitz dei carabinieri hanno messo fine ai vari tentativi di copertura, su tutti la costruzione di un apposito gazebo con una fornace in cui gettare la droga in caso di controllo delle forze dell’ordine e i vari nascondigli di via Corinaldo. I pusher di S. Basilio, dunque, hanno dovuto adottare un nuovo modus operandi e sempre più spesso utilizzavano gli appartamenti come base di spaccio, deposito di stupefacenti e luogo di fuga in caso di arrivo delle forze dell’ordine. A seguito di una meticolosa ricostruzione relativa all’intera attività di spaccio, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Montesacro hanno disposto il sequestro preventivo di un appartamento sito in via Corinaldo, dell’ATER (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica), ufficialmente assegnato a una donna che lo aveva successivamente ceduto a una banda di pusher.

L’appartamento era ormai conosciuto come punto di ritrovo di spacciatori e acquirenti, utilizzato oltre che come deposito della droga, anche come rifugio durante i blitz delle forze dell’ordine. I pusher infatti, a piano terra, spacciavano tramite un foro applicato attraverso la parete dell’androne del palazzo. All’arrivo dei Carabinieri, gli spacciatori si davano quindi alla fuga nell’appartamento messo a disposizione gettando la droga nel water. In alcuni casi, però, i militari sono riusciti a fare irruzione nell’appartamento blindato e a recuperare alcune dosi di droga, appurando di fatto il nuovo modus operandi dei pusher. Informata la Procura della Repubblica di Roma, che ha sposato in pieno la tesi probatoria dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Montesacro, è stato richiesto il sequestro che il Gip del Tribunale di Roma ha concesso emanando, in data 20 giugno, un decreto di sequestro preventivo. L’assegnataria dell’appartamento è ora sotto indagine per aver violato la normativa relativa agli stupefacenti. L’appartamento è stato affidato in custodia giudiziaria all’ente ATER, proprietario dell’immobile.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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