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CARABINIERE UCCISO Cerciello attirato in un altro luogo?
CARABINIERE UCCISO Cerciello attirato in un altro luogo? Le ultime sulle indagini sull’assassinio del vicebrigadiere.
CARABINIERE UCCISO Cerciello attirato in un altro luogo? E’ questa l’ultima importante novità giunta dalle indagini sull’assassinio del vicebrigadiere. Un’altra telecamera avrebbe infatti ripreso Finnegan Elder e Natale Hjorth prima del delitto. Si tratterebbe dell’occhio elettronico di una vineria in via Gioacchino Belli, davanti al portone dell’Hotel Le Meridien. E’ proprio qui che i due americani abbandonano lo zaino in una fioriera. Ed è sempre qui che viene dato l’appuntamento telefonico e dove i carabinieri parcheggiano, forse attirati appositamente in un luogo diverso. Intanto Elder prosegue nella sua linea difensiva. Il giovane, autore materiale dell’assassinio punta sul “paventato pericolo”, per attenuare la sua posizione: «Temevo che mi strangolasse. Non avevo idea che fosse un carabiniere».
Nella sua ordinanza, il gip Chiara Gallo spiega che, pochi minuti prima dell’omicidio, tutti i protagonisti passarono da via Gioacchino Belli, la perpendicolare di via Cossa, sede dell’hotel Le Meridien. Qui viene dato l’appuntamento, indicando erroneamente la filiale Unicredit come punto di riferimento. I carabinieri Andrea Varriale e Mario Cerciello Rega, scrive il giudice, sono a Trastevere insieme a Sergio Brugiatelli, vittima del furto dello zaino e dell’estorsione degli americani: «Brugiatelli – precisa – effettua una telefonata al proprio cellulare, anche alla presenza del carabiniere Varriale e del vicebrigadiere Cerciello Rega, che veniva registrata mediante applicazione Whatsapp.
In considerazione di quanto appreso, unitamente a Brugiatelli – si legge ancora – i due operanti raggiungevano via Gioacchino Belli e, a piedi, arrivavano in via Cesi, lasciando Brugiatelli nei pressi dell’autovettura di servizio, parcheggiata in sosta presso via Belli». La banca si trova effettivamente in via Cesi, sul cui lato opposto, all’angolo di via Cossa, davanti all’ingresso della farmacia, avviene l’omicidio. Ma anche i ragazzi si soffermano in via Belli. Escono dall’albergo alle 2,48 e gettano lo zaino in una fioriera sul lato opposto alla strada percorsa per raggiungere la banca. Nella loro azione c’è dunque un buco di 24 minuti. Alle 3,12 vengono infatti ripresi dalle telecamere di una gioielleria, in via Cesi, a 60 metri circa dall’hotel. Ma quel buco potrebbe essere chiarito proprio da una telecamera in via Belli, di fronte dell’ingresso dell’albergo. È il sistema di videosorveglianza di una vineria, al civico 70.
«Avevo paura che Cerciello potesse strangolarmi, non sapevo che fosse un carabiniere». Questa intanto la difesa di Finnegan Elder. Che punta sull’esclusiva volontà di tutelare se stesso da un pericolo incombente, per giustificare l’accaduto e “motivare” la scelta di usare il coltello da marine. Parole, smentite 24 ore prima ai pm, riferite agli avvocati, Roberto Capra e Renato Borzone. «Al di là delle persone direttamente coinvolte – commentano i legali – potrebbero esserci testimoni in grado di aiutare a chiarire la vicenda. Ci auguriamo – aggiungono – che la procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada – ha spiegato Capra – affinché venga fatta piena luce sul caso».
Parole cui si è unita anche la famiglia del giovane, in conferenza stampa a San Francisco. E’ stato il legale statunitense, Craig Peters, a riferire le parole di papà Ethan. «È spiacevole, anche se comprensibile, che si sia giunti velocemente ad una valutazione di questo caso. Noi percepiamo unitamente sia la tragedia della morte di Rega, sia il fatto che Finnegan sia stato condannato ingiustamente. La verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa. Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi».
«Continuiamo ad avere la famiglia Cerciello nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento», ha anche aggiunto l’avvocato. Sulle dichiarazioni degli Elder è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il quale «l’unica verità evidente è che, con undici bestiali coltellate un criminale ha ammazzato un figlio, uno sposo, un fratello, un Italiano di 35 anni. Galera. Punto».
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