Politica
Crisi di governo Conte: “Andrò al Colle a dimettermi”
Crisi di governo Conte — Nella giornata odierna, in Senato, il Premier ha comunicato la propria intenzione di dimettersi dall’incarico al termine del dibattito
Crisi di governo Conte: “Il paese necessita del completamento delle misure per favorire la crescita economica e gli investimenti. Abbiamo messo in campo diversi strumenti che con questa incertezza rischiano di non essere valorizzati. Caro ministro dell’Interno, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte alla nazione. Ti ho sentito chiedere “pieni poteri” e invocare le piazze a tuo sostegno, e questa tuo modo di pensare mi preoccupa”, ha affermato Conte rivolgendosi a Matteo Salvini. “La verità è che all’indomani del voto europeo, Salvini ha posto in essere un’operazione di distacco e pretesto per lasciare il governo: questa decisione ha tuttavia compromesso lavoro e legge di bilancio. Amici della Lega, avete provato a comunicare l’idea del governo dei No, e così facendo avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo pur di alimentare questa grancassa mediatica. Così avete offeso non solo il mio impegno personale, ma anche la costante dedizione e la meticolosità dei ministri. Aprire la crisi in pieno agosto, per un’esperienza di governo giudicata limitativa da chi ha rivendicato pieni poteri e la scelta di rinviare fino a oggi una decisione presa da tempo, è a mio avviso un gesto di imprudenza istituzionale irriguardoso per il Parlamento. In questo modo si conduce il paese in un vorticosa spirale di incertezza politica e finanziaria.Questa decisione è stata annunciata subito dopo aver incassato la fiducia sul dl sicurezza bis, con una coincidenza elettorale che suggerisce opportunismo politico. Al termine del dibattito mi recherò in Quirinale per rassegnare le mie dimissioni davanti al Presidente della Repubblica.
I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale. Mi assumo la responsabilità di ciò che dico. Ogni partito è chiamato a svolgere una mediazione tra gli interessi di parte e quelli generali. Nel momento in cui ci si concentra solo su interessi di parte non si tradisce solo la nobiltà della politica ma si compromette l’interesse nazionale. Quando si assumono incarichi istituzionali tanto rilevanti dando il via al governo del cambiamento si assumono precisi doveri verso i cittadini e verso lo Stato. Con i tempi di questa crisi, il Paese rischia di ritrovarsi in esercizio provvisorio. Questo è altamente probabile. La crisi arriva in un momento delicato in ottica interlocuzione con le istituzioni Ue. In questi giorni si stanno per concludere le trattative per i commissari e io stesso mi sono adoperato per garantire all’Italia un ruolo centrale. È chiaro che l’Italia corre il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva debolezza. La decisione di innescare la crisi è irresponsabile. Per questa via il ministro dell’interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito.
Questo passaggio merita di essere chiarito in un pubblico dibattito che consenta trasparenza e assunzione di responsabilità da parte di tutti i protagonisti della crisi. Io ho garantito che questa sarebbe stata un’esperienza di governo all’insegna della trasparenza e del cambiamento. Non posso pertanto permettere che questo passaggio si consumi in riunioni riservate, comunicazioni rilasciate sui social o per strada. Ho chiesto di intervenire per dire la mia sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno e leader di una delle due forza di maggioranza. I tempi di questa decisione espongono a gravi rischi il nostro paese. Questa esperienza mi lascia una grande verità, mi ha arricchito enormemente e mi ha trasmesso grande fiducia per il futuro della nazione. Questo incarico mi ha permesso di conoscere l’Italia, che ha un immenso capitale economico, sociale e culturale. Pertanto dobbiamo tutti impegnarci, ciascuno nel proprio quotidiano, al fine di accrescerne il prestigio. Viva la nostra patria e viva l’Italia” ha concluso il Premier Giuseppe Conte
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