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Cronaca

ULTIM’ORA – Accordo sui migranti al vertice di Malta. Il ministro dell’interno Lamorgese esulta, Di Maio no!

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ULTIM’ORA – Accordo sui migranti al vertice di Malta. Il ministro dell’interno Lamorgese esulta, Di Maio no!

Accordo sui migranti al vertice di Malta. Italia, Malta, Francia e Germania hanno trovato l’accordo che dovrà ora essere sottoposto agli altri paesi Ue.

L’accordo prevede anche la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Una intesa «non scontata», ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ma che non soddisfa Di Maio che sottolinea che “la soluzione sono i rimpatri”. Fermo il premier Conte: “Sui migranti non arretreremo di un millimetro”.

Innanzitutto, ha spiegato il ministro dell’Interno italiano Luciana Lamorgese, viene stabilita la «rotazione volontaria» dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi. «E questo non era scontato», ha detto il titolare del Viminale. L’accordo prevede inoltre la «redistribuzione dei migranti su base obbligatoria» con un sistema di quote che verrà stabilito quanti dei 28 paesi dell’Ue parteciperanno all’intesa; tempi «molto rapidi» (4 settimane) per i ricollocamenti e, soprattutto, la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.

Per il capo del Viminale Lamorgese quello che è avvenuto oggi a Malta è «molto importante, un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea. Ho trovato un clima davvero positivo perché la politica migratoria va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentite europeo».

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DI MAIO CONTRO ORBAN 

Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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