Cronaca
OMICIDIO CARABINIERE CERCIELLO REGA – Aperto fascicolo contro il collega

La pistola d’ordinanza lasciata nell’armadietto in caserma, le bugie raccontate a verbale due giorni dopo la morte del collega, fino alla maldestra organizzazione dell’operazione. Si infittisce il mistero attorno all’omicidio carabiniere Cerciello Rega.
La procura militare ha aperto un fascicolo e sta accertando eventuali responsabilità di Andrea Varriale, il carabiniere di turno la notte tra il 25 e il 26 luglio insieme al vicebrigadiere ucciso. Dall’inchiesta infatti sono emerse delle incongruenze e delle lacune su cui la procura vuole fare luce.
In primo luogo il fatto che i due carabinieri fossero disarmati. Poi l’operazione: sia Varriale che Cerciello sapevano che Sergio Brugiatelli non era una qualunque vittima di scippo, ma un personaggio coinvolto uno spaccio-truffa. Come dimostra la telefonata del vicebrigadiere ucciso con la centrale. Varriale ha mentito: nel primo verbale sostiene di avere avuto con sé l’arma, salvo poi cambiare versione. Una circostanza non da poco, sulla quale sono pronti a muovere battaglia le difese di Finnegan Lee Elder e Christian Natale Hjort.
Quella notte poi le procedure non sono state rispettate. La prima e più grave violazione riguarda proprio il fatto che Varriale e Cerciello, sebbene in servizio, non avessero la pistola d’ordinanza, che i carabinieri, come tutti gli altri militari, sono «obbligati» a portare sempre, anche quando svolgono un’operazione in borghese.
Inoltre in caso di estorsione, la procedura prevede che all’appuntamento intervengano i militari in borghese, ma che altri, in divisa, rimangano a circondare la zona, «in numero congruo» a seconda della situazione. E invece quando Varriale e Cerciello Reaga si presentano all’appuntamento con Finnegan Lee Elder e Christian Natale Hjort, al posto di Sergio Brugiatelli, per recuperare lo zaino, non c’erano altri militari a supportarli.
Cronaca
Rudi Garcia sposa Francesca Brienza a Roma il primo maggio.

Rudi Garcia, l’ex allenatore della Roma che ha combinato disastri al Napoli e ora fa il CT del Belgio, sta per sposare la giornalista sportiva Francesca Brienza dopo 11 anni di tira e molla: si sono conosciuti nel 2014 a Trigoria, dove lui flirtava con il calcio italiano e lei con le telecamere. Ma attenzione, Totti snobba la festa! #MatrimonioFallimentare #RudiIlSposo #FrancescaLaGiornalista #CalcioScandalo #ViralWeddingDrama (278 caratteri)
L’Incontro Iniziale
Si sono incrociati nel 2014 a Roma, quando Garcia era un allenatore alle prime armi in Italia e Brienza lavorava per Roma Tv. All’epoca, lui era tutto fuoco e fiamme per la panchina giallorossa, che poi ha abbandonato come un cattivo investimento, e lei era lì a intervistare i big. Oggi, con una figlia di due anni, la coppia trasforma quel flirt professionale in un matrimonio da urlo – perché nel calcio, l’amore vince dove le vittorie in campo falliscono.
I Dettagli del Matrimonio
In realtà, Garcia e Brienza si sono già sposati civilmente a gennaio a Cannes, ma il vero show arriva il 1° maggio a Roma: rito religioso nella chiesa di San Luigi dei Francesi, seguito da una cena per 250 persone a villa Miani. Niente di modesto, eh? Sembra che Garcia, dopo le figuracce sul campo, voglia sfoggiare un trionfo nella vita privata – chissà se inviterà anche i suoi ex presidenti per una bella ramanzina.
Un Retroscena Audace
Brienza ha confessato che Garcia la corteggiava con stile, ma prima di accettare un invito a cena a Parigi, ha avvisato il suo direttore per non mischiare lavoro e passione. Insomma, una mossa da professionista, non come certi allenatori che confondono tattiche di gioco con quelle sentimentali. E pensare che Garcia, con il suo passato turbolento, potrebbe insegnare un master su come gestire un “fuorigioco” amoroso.
Gli Invitati Mancanti
Alla festa non ci sarà Francesco Totti, l’ex capitano della Roma, che tutti davano per scontato. Forse è troppo impegnato a ricordare i bei tempi o semplicemente non vuole assistere al matrimonio di un allenatore che ha deluso i tifosi. Per il resto, i nomi dei vip restano top secret – ma scommettiamo che sarà un evento pieno di ex calciatori e giornalisti, pronti a chiacchierare di goal e gossip.
Cronaca
Parioli, sequestro record di hashish: oltre 1,3 tonnellate per la movida di Roma Nord

I narcos di Roma hanno pensato di trasformare la Città Eterna in un grande spaccio, ma la polizia ha rovinato la festa sequestrando oltre una tonnellata e trecento chili di hashish in una notte da tregenda! Settanta agenti hanno sudato sette camicie fino all’alba per contare e catalogare questa montagna di erba illegale, che secondo le fonti investigative è una delle più grosse operazioni antidroga mai viste nella Capitale. #RomaDroga #SequestroRecord #NarcosItaliani #BlitzAntidroga #CrimineVirale
L’Operazione da Film d’Azione
Gli sbirri del commissariato Salario Parioli hanno lavorato come formiche operaie per ore, mettendo sotto chiave un carico da capogiro. Fonti qualificate parlano di un’attività investigativa durata giorni, che ha permesso di sgamare un deposito nel nord della città, trasformato in un vero e proprio magazzino per lo stoccaggio della roba. Niente di elegante come un hotel a cinque stelle: solo un’area commerciale piena zeppa di hashish pronto per la distribuzione.
La Rete dei Trafficanti Senza Frontiere
Sembra che dietro tutto questo ci sia un’organizzazione con tentacoli internazionali, che confeziona l’hashish in panetti e lotti per inondare il mercato romano. Gli inquirenti puntano il dito su zone come i Parioli e Ponte Milvio, dove la movida notturna è un affare serio. Questo sequestro è un bel ceffone al business della droga, con un valore economico che fa girare la testa – chissà quanto si arrabbieranno i boss per questa perdita!
L’Eco di un Blitz Precedente
Non è la prima volta che Roma fa tremare i narcos: basti pensare all’operazione di settembre a Monte Mario, dove la Squadra Mobile ha beccato 735 chili di hashish su un tizio di 61 anni. Seguendo le sue chiavi, hanno scovato altri 400 chili in un box lì vicino, e pure un complice di 31 anni. Insomma, i poliziotti stanno diventando dei veri segugi, ma i criminali non demordono.
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