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Truffavano i clienti con case e pacchetti vacanza inesistenti
Truffavano i clienti con case e pacchetti vacanza che risultavano poi non esistere ma svanire nel nulla
Truffavano i clienti con case e pacchetti vacanza- Durante un’attività, la Polizia di Stato, è riuscita a scovare una varietà di truffe informatiche tramite il sistema criminoso dei falsi affitti di case-vacanza. Gli uomini della Sezione financial cybercrime della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, sono riusciti a individuare e monitorare i siti colpevoli di truffa. Il tutto grazie a un costante monitoraggio e complessi accertamenti investigativi e tecnico-informatici, volti non soltanto a ricostruire le tracce di ogni singolo episodio di reato individuando la matrice unitaria. Sono stati in molti a denunciare il sito in questione, specialmente durante le vacanze estive, il periodo in cui i cittadini sono caduti nel raggiro.
L’attività investigativa ha così permesso di stringere il cerchio attorno ad uomo di 40 anni, C.F., pluripregiudicato, denunciato all’Autorità Giudiziaria e sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere. Attraverso annunci ben curati e credibili, realizzati utilizzando materiale fotografico reperito in rete, relativo ad immobili realmente esistenti ubicati in località di vacanza, l’uomo irretiva le proprie vittime. Venivano attratte dalla convenienza del prezzo, riuscendo a concludere con successo numerose “trattative”, a margine delle quali incassava cospicui acconti (se non, addirittura, l’intera somma richiesta).
Particolarmente raffinato il canale di perfezionamento del reato, non limitato certo alla pubblicazione di semplici annunci falsi. I riscontri acquisiti dalla Polizia Postale hanno infatti permesso di documentare che l’uomo, attraverso violazioni delle caselle di posta elettronica di importanti strutture alberghiere, era riuscito ad “intercettare” corrispondenza relativa a reali trattative intercorse tra gli hotel ed i clienti interessati a periodi di soggiorno.
Successivamente rubava l’identità digitale di tali hotel e, dirottando il traffico email su proprie caselle di posta elettronica falsamente intestate. Oppure accese presso provider esteri scarsamente collaborativi con le forze dell’ordine, inviava mail alla ignara vittima, con la quale richiedeva l’effettuazione dei bonifici in frode. Attraverso i citati accessi abusivi, l’indagato è spesso anche riuscito a carpire i dati delle carte di credito utilizzate dai clienti, utilizzandole a suo vantaggio.
Il tutto nella convinzione di essere garantito da un presunto “anonimato” virtuale, reso possibile dall’utilizzo di connessioni specifiche, di identità false, di recapiti intestati ad altre persone, di strumenti finanziari fittizi. Le cautele messe in campo dal criminale non hanno tuttavia superato le indagini della Polizia Postale di Roma. La propria attività ha consentito al Pubblico Ministero titolare dell’indagine, di richiedere, in considerazione della grave e reiterata condotta delittuosa e tenuto altresì conto dell’evidente rischio di reiterazione del reato, l’emissione della severa misura cautelare in carcere., successivamente puntualmente emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma.
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