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Calcio

Walter Sabatini: “Lazio Roma del 26 Maggio? Senza le sigarette sarei morto”

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Walter Sabatini: “Lazio Roma del 26 Maggio? Senza le sigarette sarei morto”

Walter Sabatini — Nella giornata odierna l’ex ds della Roma, e oggi direttore dell’area tecnica del Bologna, ha ripercorso il proprio passato da dirigente giallorosso

Walter Sabatini: “Io sono un festaiolo, mi trovo bene con la mia gente e sono sempre pronto a festeggiare perché il calcio ha un lato divertente. Non quando perdi, quando perdi non c’è niente di divertente. Sono cambiate le mie frequentazioni, i miei ristoranti, è cambiata tutta la mia vita. Quando sto in mezzo alla gente a un certo punto mi folgora l’idea delle sigarette, allora sciolgo la seduta, mi alzo e me ne vado. Per quelli della mia generazione Coverciano era Camelot, quando sono andato la prima volta pensavo che non esistesse, i pochissimi fotogrammi che avevo visto erano in bianco e nero e quando mi hanno aperto il cancello ho pensato di svenire. Ero stato selezionato come miglior calciatore giovane della mia categoria in Umbria, nei Nagc, e invece fu la mia più grande delusione calcistica. Quando ho saputo di non essere tra i primi tre qualificati di quella infornata di giocatori mi si è spaccata la bottiglia dentro, sono andato in frantumi. Le sigarette? Non capisco come possa un ds non essere fumoso, può esistere un direttore sportivo che non fuma? O un allenatore? Qualche giorno fa ho chiamato Sarri. “Non ti dico di smettere di fumare, non te lo posso dire proprio io, però rallenta”, gli ho detto, “non ti condizionare tutta la vita futura”. “Ma come c***o faccio?”, mi ha risposto. “Io non lo so, ho smesso anche di prendere il caffè perché non posso fumarci la sigaretta”. Zeman era uno che mi stava dietro, quando veniva nel mio ufficio nessuno si azzardava a entrare, c’era una cortina di fumo, ma come uno possa allenare senza fumare non l’ho mai capito. Ho fumato più sigarette per Nainggolan che per tutti gli altri: passai la notte al telefono con il direttore sportivo del Cagliari, con Cellino dall’altra parte che spaccava la trattativa, ma sentivo che la voleva fare. Il tutto si concluse alle cinque del mattino, fu una notte difficile. La sigaretta più dolorosa risale al derby Lazio-Roma di Coppa Italia all’Olimpico. Lì ho pensato di morire, se non avessi avuto le sigarette sarei morto realmente”. Così Walter Sabatini nell’intervista rilasciata a Il Foglio.

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