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Cronaca

CRONACA NERA ROMA – 16 anni fa uccise una donna incinta. Preso a Mosca, ergastolo a Civitavecchia

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CRONACA NERA ROMA – 16 anni fa uccise una donna incinta. Preso a Mosca, ergastolo a Civitavecchia

CRONACA NERA ROMA – 16 anni fa uccise una donna incinta. Preso a Mosca, ergastolo a Civitavecchia

Si è conclusa in Russia, dopo 16 anni di latitanza, la fuga del cinese Zhang Mingfang, ricercato, in campo internazionale, dalle autorità italiane dal 2003 per omicidio, tentato omicidio e rapina commessi in un appartamento di Montecchio Maggiore la sera del 20 aprile 2003. Presentatosi come medico ed operatore della medicina tradizionale cinese, l’uomo chiese ospitalità a dei connazionali, dimoranti da anni a Montecchio Maggiore, per poter esercitare la propria attività, anche di massaggiatore shiatsu. Poco dopo, però, il proprietario insoddisfatto dalle prestazioni mediche di Mingfang lo allontanò dalla casa. L’indagato, prima di andarsene, pensò di appropriarsi di circa 20.000 euro dei proprietari di casa. Forse sorpreso dai coniugi mentre prendeva il denaro, Mingfang uccise la donna incinta e ferì gravemente suo marito, per poi scappare col bottino. I carabinieri di Vicenza si misero sulle sue tracce, accertando che l’uomo si era mosso tra le province di Milano e Novara e poi a Parigi, dove viveva sua moglie. Gli investigatori non riuscirono a bloccare il latitante perchè, il giorno successivo al suo arrivo a Parigi, era ripartito in aereo per la Cina. Nel frattempo, il 19 ottobre 2006, la Corte di Assise di Vicenza, aveva condannato l’uomo all’ergastolo. Le successive ricerche inoltrate tramite Interpol alla Cina non trovarono alcun riscontro. Tracce dell’uomo erano state poi segnalate anche in Grecia e infine nella capitale russa dove, con l’ausilio dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale di stanza a Mosca, la polizia di quel paese ha rintracciato e arrestato il latitante, trasferendolo in aereo a Roma, dove è giunto ieri sera. L’uomo è stato portato nel carcere di Civitavecchia, per iniziare a scontare la pena dell’ergastolo.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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