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Cronaca

Luca Sacchi — 2.000 euro in contanti nello zaino della fidanzata

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Luca Sacchi — 2.000 euro in contanti nello zaino della fidanzata

Nello zaino di Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, ci sarebbero state diverse mazzette di denaro in tagli da 20 e 50 euro, per un totale di 2mila euro. Appropriarsi di quel denaro sarebbe stato il motivo che ha poi portato Valerio Del Grosso e Paolo Pirino a uccidere il 24enne. Questo quanto emerge dal decreto che ha disposto il fermo dei due 21enni di San Basilio. Nella zona dell’omicidio i pusher sarebbero stati più di due. Di uno di questi gli investigatori hanno raccolto la testimonianza che racconta della compravendita di marijuana, dello zaino con i soldi, fino al colpo di pistola che ha ucciso Sacchi. Il testimone, una sorta di mediatore di Del Grosso, racconta di essersi recato al parco della Caffarella con altre due persone alle 21:30 del 23 ottobre incontrandone una terza, già a lui nota, alla quale si presentava come inviato di Valerio Il ragazzo avrebbe dovuto verificare, per conto di Del Grosso, che gli acquirenti in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare la merce. In via Latina il testimone avrebbe incontrato, come si evince dal decreto di fermo “un terzo individuo, già a lui noto, che si presentava come inviato di Valerio“. Stando alla testimonianza una donna aveva lasciato uno zaino contenente, come da lui stesso appurato, soldi divisi in due mazzetti da 20 e da 50 euro. Constatata la presenza del denaro la ragazza avrebbe ripreso lo zaino, mentre di lì a poco sarebbe sopraggiunto Del Grosso. “Rientrato nel pub il testimone aveva subito dopo sentito urla di una donna e un colpoprosegue il decreto.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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