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Omicidio Luca Sacchi Spunta una figura chiave
Omicidio Luca Sacchi Prima degli intermediari mandati da Valerio Del Grosso a verificare il denaro nello zaino di Anastasia Kylemnyk c’è una figura chiave. Un ragazzo che ha ricoperto il ruolo di ponte tra i venditori e gli acquirenti di una partita di marjiuana.
La figura chiave è Giovanni Princi. Amico della vittima con precedenti per droga. Un ragazzo con il quale Luca era andato a scuola e con cui aveva riallacciato i rapporti soltanto qualche mese fa. È lui che dovrebbe aver scambiato delle telefonate con Pirino o Del Grosso nei giorni precedenti. Il Nucleo investigativo dei carabinieri sta acquisendo i tabulati telefonici per verificare le comunicazioni intercorse tra i due gruppi. Gli investigatori sono convinti che qualche telefonata o qualche messaggio abbiano preceduto la compravendita non solo la sera stessa in cui la vittima è morta.
La lente degli investigatori è puntata ora su quegli elenchi. In modo da accertare l’entità e anche la frequenza delle comunicazioni. E non solo nelle ore precedenti al delitto ma anche nei giorni e forse nelle settimane scorse. Ci vorrà tempo per confrontare i dati, ma non è escluso che possa venire fuori anche il numero di telefono di Anastasia. La fidanzata di Luca che a quanto messo a verbale dagli intermediari di Del Grosso, Valerio Rispoli e Simone Piromalli, avrebbe messo proprio nelle mani di Giovanni Princi poche ore prima della rapina lo zaino pieno di banconote.
Del Grosso arriva in via Latina poco dopo le 21.30 e si mette a parlare con Princi di ‘erba’ dicendogli che sarebbe andato a prenderla. La Procura è pronta a riascoltate tutti i testimoni e i protagonisti. Compresa Anastasia che prima ha smentito di avere il denaro. Poi ai carabinieri ha detto di avere con sé non più di 200 euro dopodiché si è trincerata in un totale silenzio. La Procura delegherà ai carabinieri anche una seconda indagine concentrata sul traffico degli stupefacenti per accertare il contesto del delitto.
Da quanto emerso la baby sitter ucraina avrebbe avuto con sé una cifra di denaro irragionevole per acquistare della marjiuana a uso personale o comunque da fumare con uno stretto giro di amici. Con alcune migliaia di euro, sulla cifra non c’è chiarezza, si può comprare una partita da destinare allo spaccio. Ma Del Grosso e Pirino quella droga non la cederanno mai. Da quanto riferito dagli intermediari Anastasia avrebbe avuto il ruolo di tesoriere. Forse per conto di qualcuno intenzionato ad avviare un mercato di stupefacenti alternativo a quella gestito dai clan ai quali appartenevano Del Grosso e Pirino.
Fondamentali per chiarire questo aspetto i tabulati telefonici che potrebbero far emergere anche dei contatti della ragazza con i due. Del Grosso e Pirino, il primo con precedenti per percosse contro l’ex compagna, il secondo condannato a tre anni per spaccio quando ancora era minorenne, quasi certamente sono legati a una rete criminale superiore che ha garantito loro lo stupefacente e probabilmente anche il revolver usato poi per uccidere Luca Sacchi. Le indagini dovranno spiegare per conto di chi i due facevano i corrieri. Forse qualcuno che opera da tempo nello spaccio di periferia: Tor Bella Monaca. È proprio qui che, dopo l’omicidio, passano sbarazzandosi dello zaino (vuoto) di Anastasia ritrovato poi vicino all’imbocco per il Grande Raccordo anulare. Sempre a Tor Bella Monaca abbandonato anche il tamburo della pistola.
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