Attualità
Pamela Mastropietro – La Procura vuole archiviare, la famiglia dice no “Oseghale non ha fatto tutto da solo”

Ci vorranno non meno di due settimane per sapere la decisione del gip di Macerata Giovanni Manzoni sull’archiviazione o meno, nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, delle accuse a carico di Lucky Awelima e Desmond Lucky, nigeriani indagati in concorso con il connazionale Innocent Oseghale poi condannato in primo grado all’ergastolo.
Per Awelima e per Desmond, la Procura di Macerata ha chiesto di far cadere gli addebiti di complicità nel delitto avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata quando la giovane venne uccisa e fatta a pezzi.
La famiglia di Pamela si è però opposta all’istanza di archiviazione tramite l’avvocato Marco Valerio Verni, zio materno della ragazza: sostiene che Oseghale non può aver fatto tutto da solo e chiede nuove indagini per appurare eventuali complicità e sulla eventuale partecipazione degli indagati ad un’organizzazione nigeriana di stampo mafioso.
All’udienza di oggi l’avvocato Verni ha chiarito di aver fatto opposizione soltanto per Desmond nel procedimento che ha coinvolto comunque necessariamente anche Awelima difeso dall’avvocato Francesca Palma. Sono incentrate su Desmond i dubbi della famiglia Mastropietro in quanto, oltre alle perplessità sollevate dal processo in Assise contro Oseghale, ci sarebbe la testimonianza di una donna che riferì allo stesso avvocato Verni di aver visto Oseghale con Desmond il giorno dell’omicidio. Il legale di Desmond, avvocato Gianfranco Borgani, ritiene invece che le testimonianze contro il suo assistito non siano attendibili. Nelle intercettazioni dei colloqui telefonici tra Desmond e Awelima sull’uccisione di Pamela, ha ricordato, i due interloquiscono sempre in terza persona, come se parlassero di una condotta commessa da altri.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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