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Il parere dell’esperto – L’inizio dell’anno scolastico: consigli per i genitori

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Il parere dell’esperto – L’inizio dell’anno scolastico: consigli per i genitori

Il parere dell’esperto – L’inizio dell’anno scolastico: consigli per i genitori

L’inizio della scuola rappresenta un momento di cambiamento importante ma allo stesso tempo anche stressante sia per figli che genitori, in quanto entrambi devono adattarsi ad una nuova dimensione, del tempo, di spazi, di persone nuove ed anche di atteggiamenti nuovi in famiglia. Spesso si tratta di inserimento al nido, inizio delle elementari, delle scuole medie e quindi il passaggio da un ciclo ad un altro o semplicemente l’inizio di un nuovo anno scolastico.

Poiché è un momento molto carico di emozioni e di tensioni è fondamentale che i genitori lavorino insieme ai figli per gestire al meglio le emozioni, che sono eccitati di conoscere o incontrare i nuovi compagni e al tempo stesso tesi poiché si affacciano a nuove regole.

L’inizio dell’anno scolastico presume il distacco dalla vicinanza affettiva delle figure di riferimento, di libertà e gioco, il minore inizia a vivere ore lontano da casa e per i più piccoli può essere uno scoglio difficile da superare. Spesso in questo periodo è possibile che i figli possano essere agitati, nervosi, che rispondano male senza motivo e che, quindi, mettano in atto degli agiti difficili da poter comprendere, si tratta di disturbi d’ansia dell’età evolutiva ed adolescenza che affiorano molto spesso all’inizio dell’anno scolastico: tra i cinque ed i sette anni, all’inizio della scuola primaria, tra i dieci ed undici anni con l’ingresso alla scuola media e tra i tredici e quattordici anni con l’entrata alla scuola superiore.

Il minore può manifestare tensione, mal di testa, mal di stomaco, non riuscire a dormire la notte, vomito, febbre, basa autostima. A volte ci si trova a dover combattere con l’ansia scolastica ovvero quello stato che scaturisce dal normale aspirazione di poter essere amati e ammirati e dalla paura di poter essere rifiutati e ridicolizzati dai compagni. Questa situazione psicologica comprende la paura dell’insuccesso, del giudizio negativo degli altri ed il timore di non essere capaci di riuscire a superare la prova che si deve affrontare, che sia un’interrogazione o una semplice chiacchierata di gruppo con i compagni.

In questo periodo evolutivo è importante che i genitori riescano a trasmettere non una ulteriore ansia (evitando anche che si venga a creare il “circolo vizioso dell’ansia” che triangola entrambe le figure coinvolte) ma uno stato di tranquillità ai figli, cercando di far riacquisire in modo graduale quelle abitudini connesse all’anno scolastico ovvero: orari relativi al sonno (L’American Academy of Sleep Medicine raccomanda ai ragazzi di età compresa tra i dieci e i diciotto anni di dormire da otto a dieci ore ogni notte), spazi dove studiare, indumenti e zaino da preparare il giorno prima.

I genitori devono riuscire a far capire che è un momento evolutivo e di crescita molto importante, qualsiasi sia la fascia evolutiva in cui si trovano i figli. Il compito della famiglia è anche quello di supportarli nel capire ed adottare la corretta modalità di comunicazione con gli adulti con cui avranno a che fare durante il percorso scolastico (presidi, professori, ecc).

Psicologa Dr.ssa Alessia Micoli

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Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

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Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

Fin dall’antichità l’uomo ha dedicato una parte importante della propria vita al pensiero e all’astratto. Un pensiero che ha dato vita a miti e leggende di cui parliamo e di cui cerchiamo le tracce ancora oggi, a metà del terzo decennio del nuovo millennio. È proprio questo il campo in cui si muove una branca dell’archeologia: la ricerca di testimonianze relative alle città e civiltà perdute. Oggi parleremo proprio di questo e proveremo a capire se questi miti hanno un fondo di verità.

Nel 360 a.C. Platone narrò nel suo dialogo “Timeo” di un’isola sconfinata, grande quanto Libia e Asia messe insieme, situata vicino alle Colonne d’Ercole. Più che un’isola un vero e proprio continente che noi abbiamo imparato a conoscere col nome di Atlantide. Per il filosofo greco, quella di Atlantide era una società ideale fatta di uomini lontani dalle debolezze “umane” e con una struttura formata da tre cerchi di terra e tre cerchi d’acqua. A dominare la scena erano dieci re che, sotto incarico di Poseidone, prendevano decisioni amministrative in piena armonia. Purtroppo, però, secondo la leggenda, i dieci si fecero corrompere dalla cupidigia scatenando l’ira di Zeus che riversò sulla città terremoti e diluvi che la sommersero per sempre.

Un’altra città che ha dato vita a miti e leggende e di cui si parla ancora oggi anche grazie a slot come El Dorado: The City of Gold e film come La Strada per El Dorado di Dreamworks, è la celebre “città dell’oro” Azteca. Secondo il mito l’El Dorado era una terra abbondante di ricchezze in cui l’uomo vedeva soddisfati i suoi bisogni senza sofferenza e senza bisogno di lavoro. C’è anche chi sostiene che si trovasse proprio qui la fonte dell’eterna giovinezza. Almeno è quello che credevano i conquistadores provenienti dalla Spagna che per cercarla si resero protagonisti di scorrerie e nefandezze di ogni tipo contro le popolazioni locali.

Tutti noi abbiamo ben presenti le incredibili sculture presenti nell’Isola di Pasqua, nel cuore del pacifico. In pochi sanno, invece, che la civiltà di Rapa Nui, venne fondata da navigatori polinesiani intorno al quarto secolo Dopo Cristo e che prosperò sfruttando le risorse naturali e faunistiche della zona. A conferma di questa tesi ci sono recenti scoperte archeologiche. Ne esistono poche, invece, della tesi contrapposta che sostiene che quando arrivarono sull’isola nel 1700, gli europei vi trovarono soltanto un territorio semi-deserto con una popolazione locale ridotta alla fame.

Ancora più avvolta nelle nebbie del mito è la civiltà di Lemuria che, si dice, fosse addirittura più antica di Atlantide. La leggenda di Lemuria è però molto più recente e risale al 19esimo secolo, periodo in cui alcuni studiosi ipotizzarono l’esistenza di un continente scomparso che avrebbe messo in comunicazione il Madagascar, l’India e L’Australia. Su chi la abitasse, su come fosse gestita e su quali piante e animali vivessero a Lemuria non esistono testimonianze storiche ma soltanto leggende estremamente suggestive.

Storia simile a quella di Lemuria è quella di Mu, un altro sconfinato territorio oggi scomparso e localizzato nel cuore dell’Oceano Pacifico. Anche in questo caso le principali leggende legate a Mu risalgono al 19esimo secolo e vanno ascritte all’opera di Augustus Le Plongeon, esploratore che dichiarò di aver trovato tracce Maya che parlavano di un’antica civiltà, quella di Mu appunto, che avrebbe avuto un impatto forte sulle popolazioni dell’Egitto e del Centro America. Purtroppo, però, le scritture di Le Plongeon non hanno trovato riscontri, né tantomeno prove archeologiche o testimonianze di sorta.

Non mancano miti e leggende di civiltà perdute anche nelle fredde terre del Nord e nelle regioni polari. Le due più note sono quelle legate a Iperborea e Thule, due regni di cui si hanno le prime testimonianze nelle opere di Erodoto e Plinio il Vecchio. Testimonianze che definiscono Iperborea come una terra abitata da entità vicine alle divinità e in cui regnavano serenità e ricchezza e Thule come un’isola localizzata ai confini delle terre note e popolata da popoli di guerrieri fieri e coraggiosi.

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

Oggi, 24 marzo, si celebra la Domenica delle Palme, festa della tradizione cattolica che precede la Pasqua e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La data di questa festività varia ogni anno in base alla fine della Quaresima.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e si ispira alla festa ebraica di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, durante la quale si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, accolto dalla folla con rami di palma o ulivo come simbolo di vittoria e pace.
La festa è osservata da cattolici, ortodossi e alcune Chiese Protestanti, ed è nota anche come la domenica della “Passione del Signore”.

La Domenica delle Palme commemora l’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte, quando fu accolto dalla folla agitando rami di palma e fu salutato con Osanna. Questo segna l’inizio della Settimana Santa, i sette giorni che precedono la Pasqua e che culminano con la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Domenica delle Palme, si benedicono i rametti di ulivo o palma, simboli di acclamazione, trionfo e immortalità di Cristo. Questi rametti vengono poi distribuiti ai fedeli durante la messa speciale dedicata alla ricorrenza.

La liturgia della Domenica delle Palme prevede la lettura della Passione di Gesù tratta dai Vangeli di Marco, Luca, e Matteo. La lettura viene fatta da tre persone che impersonano Cristo, il cronista e il popolo, e narra l’arresto, il processo giudaico e romano, la condanna, l’esecuzione, la morte e la sepoltura di Gesù.

Dopo la messa della Domenica delle Palme, i fedeli hanno l’usanza di portare a casa i rametti di ulivo benedetti, che vengono utilizzati per benedire la tavola imbandita prima del pranzo pasquale. I rametti diventano poi dei sacramentali, protetti dal diritto canonico, e possono essere seppelliti o riportati in chiesa per essere bruciati in vista della celebrazione del Mercoledì delle ceneri. Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, che si conclude con il Giovedì Santo.

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