Cronaca
Straniero ubriaco distrugge un bus: fermato con un pugno

ROMA Ennesimo atto vandalico ai danni di un mezzo della linea notturna dell’Atac. Straniero ubriaco distrugge un bus e tenta la fuga. È accaduto su via Casilina Vecchia, all’altezza di Ponte Casilino.
Un cittadino ventiquattrenne libanese ubriaco, all’altezza della fermata di Ponte Casilino, dopo aver preso a calci la vidimatrice dei biglietti sradica un bracciolo e distrugge i vetri del bus. Illeso l’autista del mezzo. Il passeggero, compiuta la bravata, ha tentato di scappare ma un passante lo ha bloccato tramortendolo con un pugno. Sul posto si sono portati gli agenti del Reparto Volanti e i colleghi dei commissariati San Giovanni e Porta Maggiore che hanno fermato l’uomo con le accuse di danneggiamento aggravato di un mezzo pubblico, resistenza e interruzione di pubblico servizio.
«Altro che ronde, qui ci vogliono i taser per gli autisti. Grazie all’eroico passante. Il sindaco dovrebbe premiarlo come cittadino dell’anno», commenta il sindacalista Claudio De Francesco del Faisa Cisal. L’assessore ai Trasporti Pietro Calabrese afferma: “Ci aspettiamo pene severe per chi si macchia di questi crimini. Ricordo il dialogo in corso con la Prefettura per intensificare la presenza degli agenti di polizia sulle linee più critiche”. “Roma Capitale è con voi e si impegna per chiedere con forza sicurezza per i cittadini e i propri dipendenti”, le parole della Sindaca Raggi.
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Cronaca
I cardinali e il loro enigmatico raduno davanti alla tomba

#Hai mai visto una folla così devota e inarrestabile? #PapaFrancesco sta conquistando i cuori anche dopo la sua scomparsa, con migliaia di persone che si precipitano a #SantaMariaMaggiore per un ultimo saluto emozionante! #Roma #Fede
L’alba di un pellegrinaggio straordinario
All’alba, le code si allungano già fuori dalla basilica, con il rettore, il cardinale Rolandas Makrickas, che apre personalmente la Porta Santa alle 7 del mattino. Il suo volto mostra una miscela di stupore e gioia nel vedere così tanto affetto per il Pontefice, che ha scelto questa basilica nel cuore multietnico dell’Esquilino come sua ultima dimora. È una coincidenza affascinante, che rispecchia perfettamente lo stile umile di Francesco. Entro le 14, ben 30mila persone avevano già varcato la soglia, e si prevede che il numero raddoppierà entro la fine della giornata.
Un oceano di storie e devozione
Tra la folla ci sono famiglie, religiosi, giovani scout e visitatori da ogni angolo del mondo, tutti uniti per rendere omaggio a Francesco. Gli abitanti dell’Esquilino sono entusiasti di avere un “vicino di casa” così illustre, trasformando questa zona in una meta imperdibile per credenti e non. Una visitatrice, Maria, arrivata da Agrigento con la famiglia, descrive la tomba come “semplice, proprio come era lui”. Anche i cardinali si uniscono alla processione nel pomeriggio, con uno di loro, il porporato irlandese Sean Baptist Brady, che prega per un futuro Papa all’altezza. E poi ci sono le voci della gente comune: Florentine, da Grenoble ma originaria del Benin, parla di “un’emozione grandiosa”, mentre Roberto, un romano ateo, ammette di essere lì per una frase del Papa che lo ha sempre colpito: “È meglio vivere da ateo che da cristiano che parla male degli altri”.
L’eredità viva nel quartiere
Francesco lascia un’eredità che si vede e si sente ovunque, soprattutto in questo angolo vivace di Roma. Sinika, arrivata dalla Finlandia con una maglietta dedicata a Bergoglio, lo definisce “il miglior Papa per i poveri”, notando come la sua sepoltura qui, e non a San Pietro, ne sia la prova. Intorno alla basilica, il suo ritratto appare tra negozi e supermercati, mentre striscioni come “Grazie Francesco” decorano i palazzi. All’interno, le messe e i canti solenni continuano a celebrare la sua memoria con un’attenzione meticolosa.
Santa Maria Maggiore: Un flusso ininterrotto fino a tardi
Le code possono durare fino a due ore, e davanti alla tomba i visitatori si fermano solo per pochi secondi, tanto è l’afflusso. Questa mattina, la basilica è stata così affollata da dover interrompere brevemente per le messe domenicali, invitando la gente a sedersi o uscire per far spazio. L’apertura continua fino alle 22 di stasera, per riprendere domani alle 7. Intanto, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, annuncia piani per gestire l’ondata di visitatori nelle prossime settimane e mesi, con una riunione in Prefettura prevista per mercoledì. La tomba, con la semplice scritta “Franciscus” e adornata da una rosa bianca, ispira molti a portare lo stesso fiore, un simbolo che Francesco stesso collegava a Santa Teresina e che ora rappresenta il ricordo e la gratitudine della gente.
Cronaca
Il pastificio romano salvato da Papa Francesco e il suo piano per i detenuti

#ScopriComePapaFrancescoHaTrasformatoUnCarcereInUnPastificioDiSperanza #RedenzioneAttraversoLaPasta
La Nascita del Progetto
Immagina un luogo dimenticato ai margini di Roma, dove l’acqua e la farina si mescolano non solo per creare pasta, ma per forgiare destini. È proprio qui, a Casal del Marmo, che l’eredità di Papa Francesco ha preso forma dopo la sua prima visita nel 2013. Subito dopo la sua elezione, il pontefice si recò nel carcere minorile per un gesto simbolico: lavò i piedi ai giovani detenuti durante il Giovedì Santo, esortandoli a non perdere la speranza. Questa visita ispirò un’idea rivoluzionaria, promossa dal cappellano del carcere, che trasformò una palazzina abbandonata in un vero e proprio pastificio artigianale. I volontari e i giovani coinvolti videro nella pasta un simbolo quotidiano di rinascita, un’opportunità per imparare un mestiere e reinserirsi nella società. Dopo anni di lavori e finanziamenti, il “Pastificio Futuro” è finalmente diventato realtà nel 2023, attirando l’attenzione per il suo potenziale di cambiare vite.
L’Aiuto Inaspettato
Ma cosa succede quando un leader spirituale decide di intervenire direttamente per sostenere un sogno? Proprio questo ha fatto Papa Francesco con la sua ultima donazione: 230 mila euro dal suo conto personale, un lascito che ha estinto parte del mutuo del pastificio. Questa mossa, rivelata attraverso i canali del Vaticano, ha sconvolto e ispirato tutti, permettendo al laboratorio di espandere le operazioni e offrire più posti di lavoro. Attualmente, solo quattro giovani detenuti lavorano qui con contratti regolari, ma il sito è progettato per ospitarne fino a 20, con l’obiettivo di aumentare la produzione e abbassare i prezzi. I ragazzi, entusiasti della notizia, vedono nel pastificio una vera seconda chance, un posto dove rispettare orari e responsabilità, proprio come il Papa aveva auspicato. Non è solo un aiuto economico: è un segno tangibile di attenzione che ha lasciato un’impronta indelebile nelle loro vite.
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