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ALESSANDRIA La moglie dell’assassino: “L’ha fatto per i soldi”

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ALESSANDRIA La moglie dell’assassino: “L’ha fatto per i soldi”

ALESSANDRIA “Credo l’abbia fatto per soldi”, le parole della moglie di Giovanni Vincenti, l’assassino reo-confesso di aver causato l’esplosione dove sono deceduti tre pompieri nel crollo della cascina a Quargnento.

La donna è ora indagata a piede libero. Il marito rischia fino all’ergastolo per disastro colposo, omicidio doloso e plurimo e lesioni volontarie per la morte di Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. Raggiunta a Quargnento, in prov. di Alessandria, dai microfoni di ‘Le Iene’ la moglie dell’assassino dice di non reggersi più in piedi, di non mangiare e dormire da giorni. Per gli inquirenti avrebbe aiutato il marito a portare le bombole che hanno provocato il crollo diventando una trappola mortale per i tre pompieri. La moglie dell’assassino di Alessandria continua a sostenere di non aver mai avuto sospetti sul marito: “Credo l’abbia fatto per soldi. Ma non perché non arrivavamo a fine mese. Ho preso le distanze da mio marito e dal suo folle gesto. Faceva grande uso di psicofarmaci”.

Venerdì l’uomo ha confessato di aver inscenato tutto per truffare l’assicurazione: “Sapevo solo in parte dei debiti di mio marito”. La donna era presente anche quando le forze dell’ordine hanno trovato il foglietto di istruzioni del timer che ha innescato le sette bombole. Era posato sul comò della camera da letto: “È una cosa gravissima, ma cerchi di capirmi sono diabetica non sto bene”. Ha rivisto il marito dopo la tragedia: “Era sconvolto. Io gli ho creduto perché aveva gli occhi sconvolti, piangeva sempre. Credevo a mio marito”. Nelle ore successive l’uomo ha parlato ai giornali. Diceva che tutto era stato architettato da qualcuno per invidia nei suoi confronti: “Ho fatto due-tre nomi in Procura. Ho subìto diversi atti dolosi. È un atto pieno di stupidità mal gestito”.

Tutto ha avuto inizio da una telefonata dei vicini di casa ai Vigili del Fuoco. La squadra interviene per incendio in abitazione ma appena arrivano alla cascina la situazione è ben diversa. Le fiamme non c’erano. Solo in un edificio sembrava ci fosse un principio di incendio. E accanto c’erano delle bombole con quello che sembrava un timer. “Abbiamo messo in sicurezza quello che abbiamo trovato”, racconta da un letto di ospedale Graziano Luca Trombetta. La situazione sembrava strana ma i pompieri si occupano della messa in sicurezza. Sul posto arriva anche una pattuglia dei carabinieri di cui fa parte Roberto Borlengo.

Dopo aver spento il principio di incendio i pompieri controllano la seconda cascina: “Per primi sono entrati Gastaldo e Triches seguiti da Candido”, racconta Dodero. In quel momento si attiva il secondo timer: “Neanche l’esplosione ho sentito. Stavo parlando con i colleghi e mi sono svegliato sotterrato. Ci ho messo un po’ per capire che cosa era successo”. Era una trappola e a quanto sostengono gli inquirenti il proprietario sapeva ma non ha avvisato. “Ero il più lontano e sono riuscito a liberarmi solo da qualche maceria e a chiamare i soccorsi”, spiega il carabiniere Borlengo. “Se mi va male ti prego di’ ai miei che gli voglio un mondo di bene. Sto perdendo un sacco di sangue”, ha detto al telefono alla sua centrale operativa.

Nel frattempo arriva un’altra squadra dei Vigili del Fuoco ignara di quanto accaduto: “Sono arrivato per primo e c’era una devastazione totale. Erano tutti sotto le macerie. Noi di solito siamo quelli che salvano gli altri, qui mi sembrava di essere in un film”, racconta Daniele. Si mettono a mani nude a scavare tra le macerie: “Non sentivo urlare i miei colleghi. Credevo di urlare sopra di loro o che non riuscivo a sentirli perché lontani. Non metabolizzavo che non urlavano perché non potevano”, continua Trombetta.

“Appena fuori ho pensato come avvisare mia moglie. Sarà stato per questa promessa di non deluderla che sono sempre tornato a casa. Mi immedesimo in chi non ha avuto questa fortuna”. A questo punto si rendono conto che Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo non ce l’hanno fatta. Erano tra i migliori di quella caserma con 15 anni di servizio alle spalle. Il dramma è anche per le loro famiglie e i loro figli. Intanto continua la raccolta fondi che i Vigili del Fuoco hanno lanciato tramite ‘Le Iene’. In poche ore donati 450.000 euro che saranno devoluti ai familiari delle vittime.

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