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ROMA Rapina a Cinecittà: la vittima è un boss dei Pesciaroli

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ROMA Rapina a Cinecittà: la vittima è un boss dei Pesciaroli

ROMA Cinecittà La famigerata banda della Magliana e la faida con i Proietti, il famigerato clan dei Pesciaroli. Esecuzioni, sequestri di persona dove l’ostaggio veniva ucciso a prescindere dal riscatto. La storia della sanguinaria Roma in Nero.

L’uomo morto durante la rapina al bar-tabacchi di via Ciamarra, a Cinecittà, è il settantenne Ennio Proietti. Uno dei protagonisti del gruppo denominato dei Pesciaroli in quanto aveva un banco di pesce a piazza San Giovanni di Dio, a Monteverde. I Proietti il 13 settembre del 1980 si macchiarono di un omicidio eccellente. In piazza San Cosimato, a Trastevere, due individui in moto uccisero Franco Giuseppucci, il boss della Magliana. Da allora nulla sarà più come prima.

I boss della Magliana, Abatino, Edoardo Toscano, Colafigli, Enrico De Pedis, Paolo Frau, impazziscono dalla rabbia e decidono di sterminare i Pesciaroli. Si susseguono una serie di esecuzioni come quella di Orazio Benedetti, ucciso in una sala corse da Edoardo Toscano con un colpo di pistola alla testa. Poi la storica corsa sui tetti in via Donna Olimpia. È la notte del 16 marzo del 1981. Claudio Mancini e Marcello Colafigli vengono a sapere che due dei Proietti si nascondono in un palazzo a Donna Olimpia.

Un duello finito nel sangue, muore Maurizio Proietti e un familiare resta ferito. La polizia arriva subito. I sicari sparano contro una volante. Gli uomini della Squadra Mobile inseguono i killer sui tetti. Un inseguimento che vede vittoriosi i poliziotti che portano ammanettati in Questura Colafigli e Mancini. I Proietti sono anche noti per avere partecipato al sequestro del re del caffè Palombini. Qui il protagonista è Laudovino De Sanctis, con la complicità proprio di Ennio Proietti.

La banda sequestra l’imprenditore del caffè e l’uccide subito. Poi mette il cadavere in un frigorifero per farlo sembrare vivo nelle fotografie che mandano ai familiari. Sarà sempre la squadra mobile, dopo un pericoloso inseguimento, a bloccare Laudovino De Sanctis e Proietti mentre hanno in ostaggio la figlia dei ristoratori Corsetti. Se i poliziotti avessero titubato forse anche la ragazza sarebbe morta. Bande criminali capaci di uccidere solo per uno sguardo.

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