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Omicidio Luca Sacchi Il pusher lo voleva morto

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Omicidio Luca Sacchi Il pusher lo voleva morto. Valerio Del Grosso ha sparato per uccidere il ventiquattrenne Luca Sacchi. Ne sono convinti i carabinieri del nucleo investigativo.

Il pusher, in carcere per omicidio con l’amico Paolo Pirino, voleva morto Luca Sacchi. Non ha puntato a mezza altezza ma proprio alla testa della vittima. Tra Del Grosso e Luca c’era una differenza di una ventina di centimetri di altezza e quindi, per gli inquirenti, il pusher ha mirato alla nuca indirizzando l’arma verso l’alto con l’intenzione di uccidere. Una ricostruzione che smentisce la giustificazione che l’assassino aveva fatto agli amici: “Non volevo ucciderlo, è stato il rinculo della pistola”.

Ma per chi indaga, come per il gip che aveva parlato di “volontarietà indiscutibile”, non è così. I militari di via In Selci, coordinati dal pubblico ministero Nadia Plastina, lavorano anche su altri fronti per ricostruire quanto successo quella sera ai Colli Albani. Sono iniziate le operazioni di incrocio sui tabulati dei telefonini. Tra qualche giorno si conosceranno i contatti di quella sera e forse anche precedenti a quella notte. Si potrà scoprire chi gestiva i rapporti con i pusher, chi li aveva contattati.

Accertamenti necessari visto che i testimoni sono più attenti a salvare la propria posizione che a raccontare la verità. Quando il quadro sarà più chiaro il pm riconvocherà tutti i testimoni per capire la loro versione. Anastasiya, la fidanzata di Luca, sicuramente. Ma anche Giovanni Princi, l’amico di scuola che ha contattato i due mediatori, Valerio Rispoli e Simone Piromalli. Questi due agli inquirenti hanno raccontato che Del Grosso li pagava per la “gestione” dei clienti.

Una “paghetta” per fare servizi come quello di verificare se i ragazzi avessero i soldi per pagare la droga. Ma anche questo è da verificare per capire se sia un modo dei due per difendersi, per nascondere che lavoravano in pianta stabile con Del Grosso e Pirino, o se invece sia la verità. Infine gli accertamenti patrimoniali. I carabinieri hanno avviato anche tutta una serie di approfondimenti su redditi e beni della famiglie delle persone coinvolte.

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