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La proposta di Renzi per aumentare il Pil: “Piano shock da 120 miliardi”

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La proposta di Renzi per aumentare il Pil: “Piano shock da 120 miliardi”

Un piano shock da 120 miliardi “per rilanciare investimenti e infrastrutture nei prossimi tre anni”, questa la proposta che Matteo Renzi farà venerdì alla convention di Italia Viva a Torino per far aumentare il Pil.

L’ex premier e segretario del Pd dice che se la manovra economica “ha il merito di aver evitato l’aumento dell’Iva non basta e non può bastare”. La proposta di Renzi per far aumentare il Pil è un piano che lui stesso definisce “più ambizioso di quello messo in campo in Germania”. Il piano riguarda una ventina di situazioni: da strade e ferrovie a porti e aeroporti, dal dissesto idrogeologico all’edilizia scolastica. Una iniziativa che va sotto lo slogan: ‘Sblocchiamo tutto’. Renzi anticipa anche il piano delle iniziative: “Sono in programma 100 incontri su tutto il territorio nazionale”.

Inoltre nella prima metà di gennaio sarà messo a disposizione del premier e del governo un decreto legge: “Ci accusano di essere guastatori ma noi vogliamo stare sui problemi concreti, sulle proposte. Certo non possiamo assistere inerti all’arrivo della recessione che si preannuncia”. Il nodo quando si parla di infrastrutture e grandi e piccole opere è sempre lo stesso: “Per la parte pubblica i soldi sono già stanziati e anche la disponibilità privata non manca”. E racconta che nei due giorni a Londra “ho potuto constatare il vivo interesse da parte di società di investimento e di banche, anche straniere. Il vero problema è che i progetti non partono, sono bloccati”.

Pertanto ciò che serve “è una corsia preferenziale sblocca-burocrazia come abbiamo fatto con l’Expo di Milano e con gli scavi di Pompei”. Ossia “per ogni grande opera una legislazione a hoc che superi i lacci burocratici” perché in Italia “sono bloccate opere stradali e ferroviarie per oltre 56 miliardi. 8 circa per mancanza di finanziamenti, le restanti per la burocrazia”. Infine l’ex premier conclude: “Serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, altrimenti il Paese non ce la farà. E noi non assisteremo inerti a un declino che tutti insieme possiamo evitare”.

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