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ROXI BAR Casamonica condannato: confermato il metodo mafioso

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ROXI BAR Casamonica condannato: confermato il metodo mafioso

ROXI BAR Antonio Casamonica condannato. Pena ridotta di un anno ma aggravante mafiosa confermata. Questo quanto stabilito dalla Prima corte di appello del Tribunale di Roma per Antonio Casamonica. Il rampollo del clan della Romanina accusato per il raid punitivo del primo aprile 2018.

I giudici hanno condannato Antonio Casamonica a sei anni di reclusione per il raid al Roxi Bar. Le accuse sono concorso in lesioni, violenza privata e minacce. Anche in secondo grado riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso per le violenze messe in atto contro il titolare del bar e una giovane disabile. L’aggressione ai titolari del bar, secondo l’accusa, era una ritorsione per non essere stati serviti subito. Casamonica e il cugino Alfredo Di Silvio prima offesero i gestori. Poi presero a cinghiate una cliente disabile che era intervenuta invitando gli aggressori ad allontanarsi.

A maggio, per la stessa aggressione, confermata in Appello con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa la condanna in abbreviato per tre appartenenti al clan dei Di Silvio: Alfredo Di Silvio (4 anni e 10 mesi), il fratello Vincenzo (4 anni e 8 mesi) e il nonno Enrico (3 anni e 2 mesi), che il giorno dopo il raid andò dai due aggrediti facendo il nome dei Casamonica per tentare di fargli ritirare la denuncia. I tre erano accusati a vario titolo di lesioni, danneggiamento, minacce e violenza privata, aggravati da metodo mafioso. I fatti risalgono alla Pasqua del 2018. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Antonio Casamonica e il cugino Alfredo Di Silvio sarebbero entrati nel locale con la pretesa di passare avanti ad altri clienti e avrebbero insultato il titolare urlandogli “rumeno di merda”.

In fila c’era la donna, picchiata per prima per aver risposto dicendo che “se non apprezzavano il servizio potevano cambiare bar”. I due le strapparono e ruppero gli occhiali, poi la spinsero contro un muro colpendola con ferocia con una cintura mentre lei implorava pietà e gli altri presenti terrorizzati non reagivano. Prima di lasciare il locale altre urla contro la vittima: “Se chiami la polizia ti ammazziamo”. Dopo mezz’ora Alfredo Di Silvio tornò con il fratello Vincenzo. I due aggredirono a colpi di bottiglia il barista colpevole di non essersi occupato di loro. Devastarono il bar intimando al titolare di chiudere e gridando: “Qui comandiamo noi, fai quello che ti diciamo o ti ammazziamo!”.

La sindaca di Roma Virginia Raggi, presente in aula, ha commentato: “La sentenza di Appello conferma la condanna di Antonio Casamonica. Ma, soprattutto, che quella di Casamonica è stata un’aggressione di stampo mafioso. Noi siamo accanto ai cittadini onesti, in questo caso accanto a Roxana. Siamo accanto alle persone come lei che non si piegano davanti alla criminalità e davanti alla mafia”.

Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, ha dichiarato: “Oggi giustizia è stata fatta per la grave aggressione avvenuta al Roxy Bar coraggiosamente denunciata da Roxana. Una vera eroina civile e cittadina modello. L’aggravante mafiosa confermata in appello dimostra ancora una volta la gravità del fenomeno mafioso nella Capitale. Tuttavia i cittadini reagiscono e il mio sincero senso di gratitudine va al sindaco Raggi che anche oggi era presente in aula alla lettura della sentenza. A mia memoria non ricordo un primo cittadino di Roma così presente al fianco dei cittadini che lottano contro le mafie. Roxana e Virginia sono l’esempio di donne coraggiose di cui dobbiamo essere per davvero fieri”.

Anche il segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, esprime soddisfazione: “La condanna in appello dell’autore delle violenze contro il Roxy Bar di Roma e l’aggravante del metodo mafioso sono notizie positive per chi chiedeva giustizia. Il raid a opera del Casamonica ha portato tutta la città a una grande reazione di coscienze e a una richiesta di legalità che rappresenta un’altra sconfitta per quei clan che cercano di vincere con l’omertà, la paura, le violenze. Grazie al coraggio dei gestori del Roxy Bar e degli abitanti della zona è stato possibile spezzare questo sistema criminale”.

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