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MONTELEONE SABINO La ‘Sagra della bruschetta’
MONTELEONE SABINO La ‘Sagra della bruschetta’: da queste parti non hanno dubbi. Quello che da tempo immemorabile si produce nell’antica Trebula Mutuesca, in provincia di Rieti, è l’olio extravergine di oliva più buono che ci sia.
Si tratta di un prodotto fra i più rinomati d’Italia. Ancora oggi si ottiene con la lavorazione ‘a freddo’ e con la cura maniacale di un tempo. Quale occasione migliore della ‘Sagra della Bruschetta’ per gustarlo. Il 17 novembre torna l’appuntamento nel caratteristico borgo fatto di case arroccate, vie ciottolose e piazzette ben curate. La bruschetta è il piatto povero della tradizione contadina che più di ogni altro riesce ad esaltare il sapore dell’oro verde della Sabina.
Tra draghi, misteri e antiche leggende, sarà emozionante ammirare l’enorme distesa di pane bruschettato e partecipare alle visite guidate nel frantoio biologico del paese. Qui mostreranno la lavorazione dell’olio con le macine di pietra. Le ruote delle macine frantumeranno le olive riducendole in una pasta composta dalla polpa e dal nocciolo ormai sbriciolato. Quindi l’esperto frantoiano stabilirà il giusto grado di frammentazione delle olive. Inoltre disporrà l’impasto ottenuto a strati sui fiscoli, dischi tessuti con corde, per poi procedere alla pigiatura in apposite presse.
Sarà possibile degustare gratuitamente il nuovo olio, conoscerne la lavorazione e acquistarlo direttamente dai produttori. L’oro verde del territorio sarà in buona compagnia con il vino novello e i piatti tipici cucinati dalla Pro-Loco in un ampio spazio coperto. Il tutto in attesa del momento culminante della festa: la sfilata del filone di pane lungo 20 mt. con la distribuzione gratuita delle bruschette. Per un’intera giornata Monteleone Sabino tornerà ad accogliere i visitatori con la sua semplicità. La stessa che fin dall’Alto Medioevo affascina tutti coloro che vi giungono.
Fra spettacoli folcloristici e canti popolari sin dalle prime ore del mattino sarà possibile visitare l’Anfiteatro romano, il museo comunale e il Santuario di Santa Vittoria. La leggenda legata al culto della patrona del paese racconta che la Santa si convertì al cristianesimo sotto l’Imperatore Decio attorno all’anno 250. Quel tempo un orribile drago, che si era nascosto in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione di Trebula.
Vittoria riuscì con la forza della fede a cacciarlo via convincendo la popolazione della città a convertirsi in massa. Malgrado la fama acquisita con l’impresa un funzionario, Taliarco, invitò Vittoria ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana. Al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la Santa fu seppellita nella grotta del drago e lì venerata. Si racconta che nell’esatta zona in cui avvenne il martirio l’erba non cresca più.
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