Cronaca
ROMA Trastevere Quindicenne denuncia stupro
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ROMA Una quindicenne denuncia di aver subito uno stupro all’interno di un pub di Trastevere. La giovane era uscita da casa con un gruppo di amici per un aperitivo e per poi partecipare in serata a una festa.
Quando i genitori hanno chiamato la ragazza hanno sentito la figlia rispondere in maniera confusa, quasi fosse assente. Da qui la decisione di correre da lei. Una volta raggiunta l’hanno portata in ospedale. I medici hanno accertato non solo la presenza di tracce di alcol e droga nel sangue della ragazza ma anche che la quindicenne aveva avuto un rapporto sessuale poche ore prima. E da qui la denuncia dello stupro subito a Trastevere.
Allertata la polizia che sta indagando per ricostruire quanto avvenuto. Un’indagine complessa in una narrazione piena di punti bui. La giovane, ancora ricoverata, ha detto di non ricordare nulla sia dell’assunzione di droga che del rapporto sessuale. Ma solo di essersi ritrovata svestita e semi incosciente. L’ipotesi, da verificare, è che possa essere stata drogata a sua insaputa e che qualcuno abbia approfittato di lei. Gli accertamenti si stanno concentrando anche sul tipo di stupefacente assunto. I risultati saranno determinanti per stabilire se le è stata somministrata la ‘droga da stupro’, la sostanza che mischiata all’alcol può causare effetti sedativi e ipnotici.
E, tra le altre conseguenze, l’amnesia. Un tassello determinante perché spiegherebbe il ‘blackout’ nel racconto della ragazza. Racconto che si ferma all’aperitivo consumato con il gruppo di amici per poi ripartire poco prima della telefonata dei genitori. In mezzo un buco nero di almeno un’ora. Alcuni testimoni avrebbero riferito di aver visto la giovane allontanarsi dal bar con un gruppo di quattro ragazzi che non farebbero parte delle sue amicizie.
Tutte informazioni su cui i poliziotti stanno lavorando per accertarne l’attendibilità. Restano questi i nodi da sciogliere sulla vicenda e molti altri sono gli interrogativi a cui la giovane non è in grado di rispondere. Gli agenti hanno ascoltato i familiari, una coppia di professionisti, e i compagni più stretti. Per tutti una “ragazza tranquilla” che negli ultimi mesi stava attraversando una fase turbolenta. Da qui i controlli della famiglia con telefonate e messaggi sempre più frequenti. Sabato pomeriggio infatti le avevano concesso l’uscita con gli amici non prima di aver concordato il programma degli spostamenti e degli orari.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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