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Cronaca

Blitz della polizia locale — Sotto sequestro 17.000 articoli

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Blitz della polizia locale — Sotto sequestro 17.000 articoli
Proseguono i quotidiani controlli anti-abusivismo commerciale della Polizia Locale di Roma Capitale, potenziati ulteriormente in queste giornate in cui il fenomeno diventa più intenso. Le pattuglie del I Gruppo Trevi hanno avviato indagini mirate per risalire agli esercizi che rifornivano gli ambulanti dei prodotti, in molti casi pericolosi e non a norma, venduti illegalmente in molte zone del Centro Storico. Tutto ha avuto inizio nel corso di una serie di interventi a contrasto del commercio ambulante abusivo, nelle vie e nelle piazze maggiormente interessate dai suddetti illeciti, dove sono stati più volte posti sotto sequestro oggetti come puntatori laser e giocattoli non a norma e quindi potenzialmente pericolosi per la salute dei clienti, a partire dai bambini. L’attività di monitoraggio avviata dagli agenti, diretti da Dott. Maurizio Maggi, ha consentito di  rintracciare le basi della distribuzione illegale nella zona dell’Esquilino.

Qui sono stati individuati alcuni esercizi  che provvedevano non solo al rifornimento degli irregolari ma anche alla vendita diretta della merce a ignari acquirenti. La maggior parte dei prodotti sono risultati privi delle marcature CE e di altre prescrizioni obbligatorie relativamente alla loro sicurezza. Complessivamente sono stati sequestrati circa 17mila articoli, tra cui dispositivi elettronici, giocattoli, occhiali da sole e bigiotteria. In seguito ad alcuni accertamenti tecnici è stata riscontrata la totale assenza di requisiti legali di questi prodotti, caratterizzati da una potenza tale da provocare serie conseguenze. Tra la merce posta sotto sequestro figurano anche caricabatterie portatili (powerbank) realizzati artigianalmente tramite l’assemblamento di pezzi di plastica e batterie. Anche in questo caso sono state appurate violazioni circa ogni disposizione sulla sicurezza. Riscontrate, inoltre, anomalie su titoli autorizzativi e altre irregolarità a seguito delle quali sono stati avvuati ulteriori accertamenti. Le sanzioni amministrative, che allo stato attuale ammontano ad alcune migliaia di euro, potrebbero arrivare a superare i 20.000 euro.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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