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Consiglio Ue Conte: “Priorità rilancio crescita e green economy”

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Consiglio Ue Conte: “Priorità rilancio crescita e green economy”

Il premier Giuseppe Conte nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue dichiara: “Il Governo intende promuovere una maggiore coesione fra i leader europei. Non è questo il momento per dividersi o per lasciarsi dividere nella famiglia europea”.

Le parole di Conte in vista del Consiglio Ue: “Il rilancio della crescita e dell’occupazione, soprattutto giovanile, la lotta al cambiamento climatico e il sostegno alla ‘green economy’ rappresentano obiettivi prioritari. E necessitano di segnali forti e chiari da parte dell’Europa. Sono lieto che la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in occasione del voto del Parlamento europeo a favore della nuova Commissione europea il 27 novembre scorso abbia riaffermato la centralità degli obiettivi.

La prospettiva del miglior futuro dell’Europa è prevista, d’altronde, nella discussione e in una parte delle Conclusioni del Consiglio Europeo. In relazione al percorso per una Conferenza sul Futuro dell’Europa che Germania e Francia auspicano possa essere sviluppato dagli Stati Membri e dalle Istituzioni europee dal 2020 fino alla Presidenza francese dell’UE (I semestre del 2022). In merito a questa iniziativa il contributo franco-tedesco, a differenza di quanto apparso su qualche quotidiano, si è limitato a una proposta di carattere procedurale con un definito cronoprogramma.

Riguardo a tale esercizio non solo intendo esprimere sostegno all’obiettivo di trasmettere segnali concreti di riavvicinamento delle Istituzioni europee ai cittadini. Ma preannuncio che non faremo mancare nostre proposte e confido anche dell’aiuto delle Camere. Intendiamo accompagnare e sostenere questo sforzo europeo di adeguamento all’obiettivo climatico ineludibile, anche per il futuro del continente, della neutralità climatica entro il 2050. Come già accennato vigileremo con cura. Affinché in questa transizione anche industriale le istituzioni europee sostengano adeguatamente la dimensione sociale connessa all’economia verde, le esigenze delle piccole e medie imprese e il ‘level playing field’ europeo.

La ‘scatola negoziale’ sul Quadro Finanziario Pluriennale presentata dalla Presidenza finlandese solo lo scorso 2 dicembre. Essa contiene alcune ipotesi di allocazione dei fondi, peraltro non esaustive, che il Governo italiano reputa insoddisfacenti. Si tratta di una proposta al ribasso poiché comporta riduzioni di spesa rilevanti ma soprattutto risulta complessivamente sbilanciata. Con riferimento alle singole politiche il Governo intende opporsi ai tagli sproporzionati che colpirebbero settori strategici quali lo Spazio, il digitale, la Difesa, la sicurezza. Si tratta di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell’Unione europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose.

La revisione del trattato sul Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente. E non introduce, ed è nostra ferma intenzione che non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato. Ma, lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri. L’Italia non ha nulla da temere. Il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come conferma.

Giudico negativi interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari. E, comunque, la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale come pure le disposizioni che prevedano una contribuzione degli istituti finanziari all’Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato. Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani. Tanto più che quanto meno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno svelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona. O, addirittura, dall’Unione europea. Se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito. In modo che il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé”.

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