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Cronaca

ROMA Trenta Daspo nei confronti di ultras della Lazio

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ROMA Trenta Daspo nei confronti di ultras della Lazio

Emessi dal Questore di Roma trenta Daspo nei confronti di ultras della Lazio. 17 riguardano la partita Lazio-Celtic e 13 Lazio-Atalanta del 15 maggio.

Il Questore di Roma, Carmine Esposito, ha firmato trenta Daspo per altrettanti ultras della Lazio. 12 quelli emessi nei confronti di tifosi laziali del gruppo degli IRRIDUCIBILI. Tutti denunciati dalla Digos romana per i reati di violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale in concorso, in occasione degli scontri avvenuti nel dopopartita di Lazio-Celtic, gara di Europa Leauge del 07.11.2019.

Un gruppo di tifosi scozzesi, scortati dalla Polizia di Stato, bersagliato con lancio di petardi e corpi contundenti. Nella circostanza ferito un funzionario della Digos a causa della resistenza opposta da un ultras laziale che, rovinandogli addosso, gli causava la frattura del braccio. Per questo denunciato anche per lesioni personali gravi a Pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico e lancio di materiale pericoloso in occasioni di manifestazioni sportive. Nei confronti delle dodici persone fermate emessi i seguenti provvedimenti.

A uno di loro, già colpito da Daspo, aggravato il provvedimento fino a 10 anni con obbligo di presentazione alla P.G.; uno per la durata di 5 anni con la presentazione alla P.G.; tre per la durata di anni 5 e sette per la durata di anni 4. In relazione alla stessa partita emessi ulteriori cinque provvedimenti nei confronti di ultras laziali denunciati dalla Digos per porto d’armi e oggetti atti a offendere. I Daspo nei confronti dei fermati in data 19.11.2019 sono due della durata di anni 5 con la prescrizione dell’obbligo di presentazione alla P.G. e tre della durata di anni 3. Ulteriori tredici provvedimenti adottati in merito agli scontri in occasione della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta del 15 maggio. Questi in aggiunta ai quattro già emessi nell’immediatezza dei fatti.

Il gruppo di tifosi si era reso responsabile dei reati di violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, radunata sediziosa, lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestazioni sportive, divieto dell’uso di caschi protettivi o qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, aggravato in concorso. Per due di loro anche danneggiamento di una vettura della Polizia Locale Roma Capitale, e utilizzo di artifizio pirotecnico per incendiare la stessa. Nei confronti di questi tifosi emessi due Daspo per la durata di anni 8 con la prescrizione di presentazione alla P.G.; uno per la durata di anni 6 con obbligo di presentazione alla P.G.; uno, scadente in data 12.11.2024, aggravato per ulteriori 3 anni e obbligo di presentazione alla P.G. e nove per la durata di anni 5. Tutti i provvedimenti emessi con obbligo di firma convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.

Il saluto di un’icona della musica

Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.

Un legame con il passato

Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.

Il futuro della musica per Wakeman

La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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