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ROMA Via libera al decreto legge sulle intercettazioni

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legge sulle intercettazioni. Riforma che entrerà in vigore dal primo marzo 2020. “Per dare il tempo agli uffici e agli addetti ai lavori di adeguarsi”, dice il Ministro Alfonso Bonafede. Il Guardiasigilli parla di uno “strumento irrinunciabile per le indagini”, un sistema “moderno e digitale” con “maggiori garanzie per trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa”.

Via libera al decreto legge sulle intercettazioni. Diverse le novità inserite nel provvedimento che modifica in vari punti la legge Orlando. A partire dal fatto che la scelta delle intercettazioni rilevanti o meno non sarà solo della polizia giudiziaria ma anche del pubblico ministero. Con apposito archivio informatico gestito sotto la diretta vigilanza del Procuratore della Repubblica.

Come spiega il sottosegretario Andrea Giorgis: “Il pubblico ministero dà indicazioni e vigila affinché nei verbali non siano riportate espressioni lesive della reputazione delle persone o quelle che riguardano dai personali definiti sensibili dalla legge. Salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini. Inoltre tutte le conversazioni che, al termine delle intercettazioni, saranno ritenute non rilevanti dal Pubblico Ministero, non entreranno nel fascicolo e resteranno segrete. Solo i difensori potranno ascoltarle e avere visione dei verbali ma senza averne copia. Al solo scopo di richiedere che vengano, ai fini difensivi, inserite tra quelle rilevanti. In caso di dissenso con il Pubblico Ministero la decisione sarà del giudice”.

Il decreto disciplina inoltre in modo rigoroso l’uso del captatore elettronico, il cosiddetto Trojan. “La riforma Orlando ha equiparato la disciplina dell’uso del trojan in luoghi pubblici a quella delle intercettazioni ambientali”, spiega ancora Giorgis. Nel nuovo testo sulle intercettazioni il giornalista che pubblica l’intercettazione non rischia più di essere incriminato per violazione di segreto d’ufficio. Restano quindi sostanzialmente le regole in vigore oggi. Il provvedimento detta anche indicazioni chiare rispetto alle indagini in corso, per cui valgono le regole attualmente in vigore. Le nuove si applicheranno a tutte le iscrizioni di notizia di reato successive al 29 febbraio, quando la nuova normativa entrerà in vigore.

“Adesso il provvedimento farà il suo iter parlamentare per la conversione ma c’erano atti che non potevamo ritardare perché si mettevano a rischio tutte le indagini in corso nelle varie procure italiane”, ha dichiarato Bonafede.

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