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Mihajlovic ai Gazzetta Sports Awards: “Il mio rimpianto più grande”

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Mihajlovic ai Gazzetta Sports Awards: “Il mio rimpianto più grande”

Sinisa Mihajlovic ha ricevuto il premio ‘Leggenda’ ai Gazzetta Sports Awards, il Gran Galà che ha premiato i migliori sportivi dell’anno.

Le parole di Mihajlovic ai Gazzetta Sports Awards: “Guardate che mi fate commuovere. Grazie mille, questo è un premio prestigioso. Mi fa onore e piacere. Un po’ di rischio c’è ma ne vale la pena”.

L’allenatore del Bologna ha parlato della leucemia, male che sta combattendo, con tanta speranza: “Si vede il sole, siamo alla fine del tunnel. L’affetto ricevuto mi ha aiutato. Non volevo fare l’eroe, affronto i problemi così. Non mi piace scappare. Ho continuato a fare il mio lavoro perché mi faceva sentire vivo. Non vedevo l’ora di vedere l’allenamento dei miei in diretta in tv dall’ospedale. Sono cose che mi tenevano in vita”.

Poi sulla sua famiglia, la moglie Arianna e i figli: “Le cose che mi tengono in vista sono soprattutto loro, mia moglie Arianna, i miei figli. Le tifoserie, il mondo del calcio, ho sentito tutti vicino. Ringrazio tutti perché mi sono sentito in una grande famiglia. Mi sono sentito perciò in obbligo di far capire alle persone che non bisogna aver paura ma aver voglia di combattere. Poi non è detto che tutti debbano affrontarla come faccio io, ma bisogna darsi piccoli obiettivi. Arianna è stata tutti i giorni con me. Ha dormito su una sedia”.

Sinisa poi scherza vedendo un video messaggio di sua madre Viktorija: “Ora viene, che mi deve far ingrassare un po’”. Poi però si intristisce ricordando il padre: “Se ho rimpianti? Mio padre aveva il cancro e io non l’ho potuto abbracciare per l’ultima volta. Allenavo il Catania e non l’ho visto per 5-6 mesi. Poi, finito il campionato, ho portato i miei figli a vedere la finale di Champions League Bayern Monaco-Inter. Quel giorno ho chiamato mia mamma e mi aveva detto che mio padre stava bene. Così ho deciso di portare i miei figli a Madrid. Il giorno dopo quando dovevo ripartire per Belgrado mi chiama mio fratello dicendomi che era morto mio padre. Non l’ho potuto abbracciare per l’ultima volta e adesso quando bevo la grappa ne prendo una per me e una per lui”.

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