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PRESCRIZIONE La proposta del Pd: sospensione fino a 3 anni e mezzo

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PRESCRIZIONE La proposta del Pd: sospensione fino a 3 anni e mezzo

Una sospensione dei tempi della prescrizione di due anni per l’appello (ai quali aggiungere altri sei mesi se c’è il rinnovo dell’istruzione dibattimentale). Inoltre un anno dalla pronuncia della sentenza nei cui confronti è proposto il ricorso in Cassazione. Il tutto per un totale di tre anni e sei mesi: questa la proposta del Pd sulla prescrizione.

Contro la prescrizione del ministro della Giustizia di M5S Alfonso Bonafede stop definitivo dal 1° gennaio dopo il processo di primo grado. Il Pd ha presentato la sua proposta di legge sulla prescrizione alla Camera ed al Senato. Il responsabile Giustizia del Pd Walter Verini ha dichiarato nella sede dem: “Il nostro obiettivo non è far cadere il Governo, vogliamo solo processi in tempi certi. Per noi è una battaglia di civiltà non di propaganda”.

Nel testo si riconoscono tutte le anime del Pd. Tra i firmatari anche il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, e il vicesegretario del partito Andrea Orlando. Composto da un solo articolo che, spiegano i responsabili Giustizia al Nazareno, punta a “contemperare” le diverse esigenze sulla prescrizione. Per tornare “a discuterne” con tutte le forze di maggioranza “in un’ottica che sia di coalizione”. “Il ministro Bonafede può portare a casa una riforma epocale. Confidiamo nel buon senso e siamo certi che una soluzione si troverà”, ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis.

“Il Pd è per una giustizia al servizio dei cittadini, per tempi certi nei processi nei quali i colpevoli sono condannati, agli innocenti è riconosciuta l’innocenza e nei quali le imprese, che hanno contenziosi, possano contare su esiti rapidi. È questo il senso della nostra iniziativa che guarda agli interessi del Paese, al rispetto della certezza del diritto e della legalità”, ha affermato in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Puntiamo ad aprire una discussione dal 7 gennaio, a trovare una sintesi” su una proposta di legge che, ha sottolineato Alfredo Bazoli, “contiene la soluzione tecnicamente migliore per evitare che i processi già iniziati si concludano con una prescrizione o che diventino infiniti”. Franco Mirabelli: “Nessuno di noi si vuole sottrarre alla discussione sulla riforma del processo penale. È un impegno di tutta la maggioranza. Vogliamo velocizzare i processi ma i processi non possono essere infiniti. La ragionevole durata è un principio costituzionale. È ora anche di finirla con le ipocrisie e con la propaganda della Lega”.

Infine il Pd conferma il no alla proposta di legge presentata da Enrico Costa di Forza Italia: “Noi crediamo che la proposta Costa voglia mettere un cuneo nella maggioranza e far tornare magari al Governo chi c’era prima. Noi rifiutiamo l’uso strumentale di temi come questi, la giustizia non va utilizzata come un grimaldello”, ha sottolineato Verini.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo

Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.

Tematiche Affrontate nell’Incontro

Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.

L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.

Prospettive di Ulteriori Incontri

Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.

Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura

La Lettera di Dimissioni

Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.

Pressioni e Malumori nel Governo

Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.

Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy

Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.

Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future

Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.

Reazioni e Riconoscimenti

Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.

In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.

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