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Cronaca

Roma Barista rapinato in pieno giorno: portato via maxi bottino

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Roma Barista rapinato in pieno giorno: portato via maxi bottino

Roma Barista rapinato in pieno giorno: portato via maxi bottino.

Roma Barista rapinato in pieno giorno. I banditi lo hanno aspettato lungo la strada che come al solito percorreva per andare ad aprire il suo bar, poi lo hanno aggredito e rapinato. In due, armati di pistola, si sono impossessati di un orologio prezioso e di quasi 40.000 euro in contanti. L’episodio si è verificato la vigilia di Natale su un tratto di via Prenestina. La vittima un cinquantenne, titolare di un noto bar della zona con diverse vetrine che si affacciano in strada. L’uomo si è poi presentato al commissariato Tor Pignattara per denunciare quello che gli era accaduto pochi minuti prima.

Intorno alle le 9 del mattino, l’uomo stava camminando su un tratto di via Prenestina quando due banditi, incappucciati ed armati lo hanno bloccato. I rapinatori l’hanno malmenato e gli hanno puntato la pistola alla testa. Così gli hanno sottratto un borsello e l’orologio che portava al polso. Nel borsello, oltre al cellulare, c’erano quasi 40.000 euro in contanti tra fondo cassa del bar e paghe di alcuni fornitori all’ingrosso. L’uomo è stato scaraventato a terra e, senza cellulare, non ha potuto chiedere aiuto. Dopo la denuncia, le volanti hanno perlustrato la zona a caccia dei rapinatori, che grazie al vantaggio temporale avevano fatto perdere le loro tracce. Ad aiutare i poliziotti nella ricerca però il fatto che per il colpo sarebbe stato usato uno scooter Sh. Gli agenti al momento non escludono alcuna pista, nemmeno quella della microcriminalità della zona, responsabile di rapine e furti ai passanti. Probabilmente, sostengono gli inquirenti, i banditi sapevano che il commerciante trasportasse i 40.000 euro in contanti.

Gli agenti stanno ora visionando le immagini di diverse telecamere per verificare se abbiano ripreso i banditi. In questo caso, arriverebbero alla loro cattura nel giro di poco. Il commerciante, oltre al grande spavento e allo choc, ha dovuto anche subire la perdita di una cifra elevata che gli sarebbe servita per effettuare diversi pagamenti. Gli investigatori non escludono che a portargliela via possano essere stati banditi responsabili di altri colpi avvenuti di recente. Lo stesso giorno, in zona San Paolo, due individui armati hanno fatto irruzione in un negozio di alimentari mettendo a segno una rapina che gli ha fruttato 500 euro.

INTANTO IRA DI ZINGARETTI PER LE DIMISSIONI DI FIORAMONTI

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.



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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.



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