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Omicidio Sacchi Così è scattata la trappola

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Omicidio Sacchi Così è scattata la trappola

Omicidio Sacchi Ecco come è scattata la trappola. Giovanni Princi trattava alla pari con Valerio Del Grosso.

Ecco come è scattata la trappola che ha portato all’omicidio di Luca Sacchi. La conferma alle accuse del pm Nadia Plastina arriva da una frase detta ai carabinieri del Nucleo investigativo dagli intermediari del pusher, Valerio Rispoli e Simone Piromalli, nella loro testimonianza del 23 ottobre.

Davanti al John Cabot pub i contatti per concludere l’affare dei 15 chili di erba al prezzo di 70.000 euro sono ben avviati. Anastasiya Kylemnik ha mostrato ai due mandati sul posto le mazzette di banconote nel suo zaino. Del Grosso, accompagnato da Paolo Pirino, compare sulla scena, ma senza droga. Rispoli lo sente parlare con Princi, che gli chiede: “Ma come, frà, avevamo detto che facevamo qua”. E Del Grosso: “Vado, prendo l’erba e te la porto qua”. In realtà torna armato per prendere i soldi. Princi si era già allontanato, forse fiutando qualcosa di strano, lasciando Anastasiya e Sacchi da soli esposti alla rapina di Del Grosso. Che, forse, in sua presenza non avrebbe tentato il colpo.

Di fronte al silenzio degli indagati gli inquirenti contano di chiudere il cerchio con il riascolto dei testimoni della vicenda. A partire da Piromalli e Rispoli. Intanto sono iniziati gli accertamenti del Ris dell’Arma su alcuni reperti sequestrati dopo l’omicidio. A cominciare dallo zainetto di Anastasiya sul quale hanno effettuato esami tecnici per individuare non soltanto le impronte digitali ma anche sostanze biologiche per capire chi lo abbia toccato quella notte. Presenti alla apertura dei plichi sigillati gli avvocati della famiglia Sacchi. Oltre allo zainetto esaminato anche il portafoglio della fidanzata di Luca, che si trovava all’interno dello zaino con i documenti d’identità e altri effetti personali.

Esaminata anche la mazza da baseball impugnata da Pirino e con la quale avrebbero colpito sia il ventiquattrenne sia Anastasiya. Sull’attrezzo, come dal materiale recuperato sotto le unghie della vittima, gli specialisti cercano le tracce di dna degli aggressori. Infine oggi si cercheranno tracce di polvere da sparo sulla Citroen C1 di Anastasiya, sulla Smart ForFour usata dai killer nella fuga e su quella presa in sostituzione della prima il 24 ottobre, dopo un incidente. Su questa seconda Smart, Pirino venne fermato sul Gra dalla Polstrada prima che diventasse un sospettato. In quel caso gli venne ritirata la patente.

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