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Omicidio Sacchi La testimonianza dell’amico Munoz
ROMA Quella maledetta sera, poco prima dell’omicidio di Luca Sacchi, Anastasia si rivolse al fidanzato dicendogli che era “tutto a posto”, questo dalla testimonianza dell’amico Domenico Costanzo Marino Munoz, sentito come persona informata sui fatti.
Durante la testimonianza Munoz racconta che quella sera Luca Sacchi, Anastasia e Giovanni Princi, erano fuori al pub per “fare qualcosa di illecito”, non certo per comprare una motocicletta. Per i pm di piazzale Clodio il giovane cileno, amico di Luca, è un testimone chiave per ricostruire la dinamica di quanto avvenuto. La Procura ha depositato il verbale dell’audizione del 6 dicembre al tribunale del Riesame.
Tribunale che si è riservato di decidere sulle istanze di annullamento delle misure presentate dai difensori di Anastasiya e da quelli di Princi. I due sono accusati del tentativo di acquisto della droga. “La sera dell’aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei. Ritengo molto verosimile che la sera dell’aggressione le persone presenti hanno concordato una cessione o l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubati. Anzi lo escludo”.
Durante il confronto con il pm Nadia Plastina Munoz racconta i minuti precedenti la colluttazione: “Princi ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia. Lei si è allontanata. Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasia aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata indietro verso via Latina, ma non l’ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l’angolo su via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: ‘tutto a posto!’, lui non ha detto nulla ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla”.
Sull’aggressione: “Sul marciapiede di via Mommsen ho visto un ragazzo che con una mazza colpiva Anastasia alla testa e urlava: ‘dacce la borsa’. Al primo colpo la ragazza si è accasciata ed è stata colpita nuovamente. Luca si è accorto dell’aggressione e si è posto di fronte all’aggressore che lo ha spinto. In quello stesso istante è sopraggiunto il secondo aggressore che impugnava una pistola. Ho visto che ha puntato l’arma verso Luca, che nel frattempo si era chinato verso Anastasia, e ha esploso il colpo”.
Dalle indagini, infine, emergono i rapporti pessimi tra Anastasia, che da settembre non frequentava più casa Sacchi, e la famiglia del ragazzo. In una intercettazione del 3 novembre, definita dai carabinieri “di nessun interesse per le indagini” si evidenziano “i degenerati rapporti”. Anastasia parlando con una amica afferma: “Io ho scritto al fratello (di Luca ndr) tutti questi giorni, non mi ha mai risposto”. Come si legge nell’informativa: “Nella lunga conversazione appare evidente che la ragazza prova un forte astio verso tutti i familiari di Luca”.
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