Italia
ULTIM’ORA Casapound contro Facebook, social condannato
ULTIM’ORA Casapound contro Facebook, social condannato. La sentenza.
ULTIM’ORA Casapound contro Facebook – “Con Ordinanza dell’11 dicembre 2019 su ricorso di CasaPound Italia, rappresentata e difesa da me e dal Prof. Avv. Guido Colaiacovo, il Tribunale di Roma, in accoglimento totale del ricorso, ha condannato Facebook Ireland Limited all’immediata riattivazione della pagina di CasaPound Italia e del profilo personale di Davide Di Stefano in qualità di amministratore della pagina. Ha fissato la penale di 800,00 euro per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito. Ha infine condannato Facebook Ireland Limited al pagamento delle spese di giudizio che ha liquidato in 15.000 euro, oltre spese generali e accessori come per legge. Difficilmente nel sistema giudiziario italiano si incontra la congiunzione di tre elementi fondamentali: la legge, la giustizia e il giudice. Questa volta è capitato e l’Ordinanza in questione non riguarda solo CasaPound Italia ma riguarda tutti perché rappresenta un motivo di speranza per i diritti e la libertà di tutti“.
Nella sentenza il giudice Garrisi ha evidenziato che il ruolo pubblico svolto da Facebook non gli consente più di fare il bello e il cattivo tempo. Quello tra CasaPound e il gigante social non è “assimilabile al rapporto tra due soggetti privati qualsiasi in quanto una delle parti, appunto Facebook, ricopre una speciale posizione“. Per il tribunale civile di Roma è, infatti, evidente “il rilievo preminente assunto dal servizio di Facebook (o di altri social network ad esso collegati)“, in modo particolare per quanto riguarda l’attuazione dei principi cardine che tutelano il pluralismo dei partiti politici. Questo perché “il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico“, come testimoniato dal fatto che “la quasi totalità degli esponenti politici italiani quotidianamente affida alla propria pagina Facebook i messaggi politici e la diffusione delle idee del proprio movimento“.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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