Cronaca
Alpinisti romani precipitano sul Gran Sasso: uno è grave

Ancora sciagure sulle montagne italiane: due alpinisti romani sono precipitati stamani sul Gran Sasso. Uno di loro è in condizioni molto gravi.
GRAN SASSO – Il Soccorso Alpino è intervenuto sul Gran Sasso in soccorso di due alpinisti romani, precipitati per circa 100 metri mentre salivano il Canale del Tesoro Nascosto. Uno di loro è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale de L’Aquila. Lo fa sapere tramite un tweet il Soccorso Alpino. Ancora da stabilire la dinamica dell’incidente, l’ennesimo di questo inizio di stagione invernale.
INTANTO DUE ARRESTI PER RISSA DURANTE VEGLIONE CAPODANNO>>>LEGGI QUI
Cronaca
Corpo di Ilaria Sula trovato in una valigia a Roma, fidanzato arrestato

Si è trasformata in tragedia la scomparsa di Ilaria Sula, 22 anni. Questa mattina all’alba è stato ritrovato il corpo della studentessa di Statistica alla Sapienza, scomparsa lo scorso 25 marzo dalla sua casa a Roma. Il corpo della giovane è stato rinvenuto in un’area boschiva in fondo a un dirupo nei pressi del comune di Poli, a 40 chilometri da Roma, all’interno di un valigione. È stato fermato l’ex fidanzato, che verrà ascoltato dai pm della procura di Tivoli; non è escluso che sia stato proprio lui a indicare il luogo del ritrovamento della vittima.
Indagano gli investigatori della Squadra Mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo. Sula era uscita in serata, alle 21, senza salutare le coinquiline e non aveva più risposto ai messaggi WhatsApp. Si indaga per omicidio e la polizia sta effettuando accertamenti in un appartamento in via Homs nel quartiere Africano, luogo dove la ragazza avrebbe fatto un passaggio prima di sparire.
La vita di Ilaria Sula
Ilaria Sula era originaria di Terni e la sua famiglia, angosciata, aveva sporto denuncia al commissariato San Lorenzo. Il suo nome era stato inserito nella banca dati interforze e immediatamente erano scattate le ricerche delle forze dell’ordine, seguite da numerosi appelli sui social.
Ilaria condivideva un appartamento nel quartiere universitario di San Lorenzo con quattro studentesse. “È uscita di casa alle 21.30 di martedì 25 marzo, senza salutare – avevano raccontato – non ha detto a nessuno dove andava. Non ci abbiamo visto nulla di strano. Però da allora non l’abbiamo più vista né sentita.”
Si era scambiata però qualche messaggio WhatsApp con gli amici e con altre coinquiline, sugli scambi di cui ora indagano gli investigatori. Da sabato 29 marzo aveva smesso di rispondere a chiunque, il che ha spinto le coinquiline a informare la famiglia e a sporgere denuncia alla polizia.
Cronaca
Un intervento provvidenziale di un condomino in un momento drammatico

Marta (il nome è di fantasia) ha subito un’aggressione violenta in un ascensore di un condominio a Roma, vicino a viale Marconi. Due giorni dopo l’incidente, la giovane, che non riesce più a parlare per le grida disperate di aiuto, racconta l’accaduto alle sue amiche al bar sotto casa, cercando di “provare a dimenticare quell’inferno”.
L’incubo nell’ascensore
Marta stava tornando a casa dopo il lavoro e, felice di avere più tempo per passeggiare con il suo cane Orazio, ha incontrato un uomo nel condominio. Inizialmente lo ha scambiato per un ospite e lo ha lasciato entrare nell’ascensore. Una volta all’interno, l’uomo ha bloccato l’ascensore, l’ha attaccata minacciandola con un coltello e ha iniziato a colpirla. Nonostante tentasse di difendersi, Marta si è trovata impossibilitata a scappare, bloccata tra i due piani. Ricorda: “Urlavo a più non posso nella speranza che qualcuno potesse sentirmi”.
L’intervento provvidenziale
Le urla di Marta hanno richiamato l’attenzione di un vicino di casa, che ha cercato di aiutarla. All’udire il clamore, l’aggressore ha deciso di fuggire, riportando l’ascensore al piano terra. Marta, nonostante le ferite, gli è corsa dietro, preoccupata che la situazione fosse premeditata. “Credo che non fosse la prima volta che entrasse lì”, afferma, intuendo che l’uomo avesse già studiato il condominio.
Le conseguenze e la lotta per recuperare
Due giorni dopo la violenza, Marta non riesce ancora a riprendersi. Non dorme e l’incubo la tormenta, ma ha chiesto ai medici di tornare a lavoro per cercare di distrarsi. Confessa: “Una cosa simile non si supera facilmente”. Pur non avendo mai vissuto situazioni simili prima, teme che l’aggressore possa colpire ancora e spera in un’intervento della polizia per fermarlo.
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