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LATINA Il pentito del clan: “I nostri voti a Lega e FdI”
LATINA Il pentito del clan: “Nostri i voti di Lega e FdI”. Queste le parole del segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre, in conferenza stampa al Nazareno: “La provincia di Latina, una delle province più attive da un punto di vista economico, penso al settore farmaceutico, agroalimentare e non solo, non può permettersi che la criminalità organizzata influenzi la vita economica e politica”.
“Chi da più di 20 anni governa Latina e la sua provincia ha una responsabilità oggettiva. Deve fare una lotta per stroncare la criminalità e consentire alle energie vive di emergere. In particolare a Latina dove i partiti chiamati in causa dal pentito sono FdI e la Lega. Ovvero, candidati che stavano alle europee del 2016 con la Lega, ex deputati di FdI. E dagli ‘omissis’ stanno emergendo anche altri personaggi del centrodestra della provincia”.
Nella testimonianza il pentito Agostino Riccardo parlando del controllo delle campagne elettorali di alcuni candidati ha fatto i nomi dei politici che avrebbero avuto rapporti con il clan Di Silvio. In particolare ha detto che “500 voti dei tifosi del Latina Calcio nel 2013 furono girati a Nicola Calandrini su richiesta di Maietta”. Aggiungendo che ci fu un incontro tra lui, Pugliese, i figli di Lallà Di Silvio e Armando Cusani che sosteneva Gina Cetrone. Accuse pesanti che descrivono un meccanismo inquietante: “Tutti quelli che hanno pagato per comprare voti erano perfettamente a conoscenza dei nostri metodi”. Accuse naturalmente da verificare.
Il pentito ha descritto le attività dell’imprenditore Raffaele Del Prete che si occupava delle campagne elettorali del commercialista Matteo Adinolfi per la lista ‘Noi con Salvini’ alle amministrative del 2016 e di Gina Cetrone a Terracina e dell’elezione di Pasquale Maietta prima in Consiglio comunale a Latina poi alla Camera dei Deputati prima di finire agli arresti nell’operazione Arpalo. L’udienza ha svelato alcuni nomi coperti da omissis nei verbali dei pentiti Agostino Riccardo e Renato Pugliese. La prossima udienza è fissata al 24 marzo alle 9.
Nell’udienza di novembre parlò di politica anche l’altro pentito Renato Pugliese: “Nel 2015 arrestarono mio padre e io mi trovai obbligato ad assumere delle responsabilità. Di questo abbiamo riflettuto io e Agostino Riccardo. Decidemmo di impegnarci nelle estorsioni e soprattutto nei rapporti con la politica che poteva portarci guadagni notevoli. Lui conosceva Pasquale Maietta. Disse che con le elezioni amministrative di Latina e Terracina del 2016 si potevano davvero fare soldi, grazie alle affissioni e non solo”. L’impegno diventò concreto, fu coinvolto anche il capoclan Armando Di Silvio che diede il via libera. “Ci siamo presi in mano tutta la politica sia a Latina che Terracina. Gli altri non hanno detto nulla perché avevano paura di Armando Di Silvio”, raccontò Pugliese davanti ai giudici.
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