Politica
M5S Paragone risponde a Di Maio: “Vero traditore chi ha dilapidato i consensi”
M5S Paragone risponde a Di Maio: “Vero traditore chi ha dilapidato i consensi”.
M5S Paragone risponde a Di Maio. Queste le parole del senatore espulso dai grillini sulle colonne de Il Tempo: “Non c’è bisogno della zingara per decriptare il futuro del Movimento: sarà una forza europeista e riformista, quindi inutile. E lo dico con dolore. Il famoso 33% non tornerà più perché non c’è più una offerta politica capace di illuminare le ingiustizie che il riformismo neoliberista ha generato. Le ingiustizie contro cui si scagliò il Movimento erano il prodotto malefico di una stagione tossica, tecnica e politica, dove le insegne del Pd erano costanti. Ora il Pd fa da fratello maggiore. Less is more, dicono gli inglesi. Di Maio ha dovuto scriversi un testo lungo un’ora per terminare una seduta psicanalitica, individuale e collettiva nello stesso tempo. La crisi del capo politico si sovrappone alla crisi del Movimento stesso, angosciato dai ‘traditori’ più che illuminato dal facilitatori. Nessuno però ha tradito più di chi in due anni ha spento una speranza e dilapidato un patrimonio di consensi“.
“Chi dovesse prendere in mano il Movimento sa che la strada è segnata, che la mappa non prevede altre rotte se non quella dello schiacciamento a sinistra. Eppure lo spazio antagonista c’è, oltre un centrodestra in bilico tra citofoni e Mario Draghi, e oltre un centrosinistra partner dell’establishment“, continua Paragone. Che sottolinea che “le sue dimissioni sono un altro segno della opacità di chi sbaglia i tempi. Dimettersi adesso non impedirà di scaricare su lui stesso lo shock di lunedì (a chi vuoi addebitarlo, a Vito Crimi?), né la possibile sconfitta in Campania, a fine febbraio, dove si voterà per le suppletive dopo la scomparsa del bravo e preparato senatore pentastellato Franco Ortolani“. Secondo Paragone Di Maio “avrebbe dovuto dimettersi all’indomani del voto su Rousseau attraverso il quale, chiedendo di presentarsi alle Regionali, si smentiva l’idea del capo politico“. Il Movimento, dice, ora “cercherà di ridefinire il proprio codice e quindi di abdicare al suo ruolo“.
“L’orgoglio di aver votato la Commissione Ursula smentisce ogni battaglia di cambiamento radicale visto che i commissari top player sono gli stessi della gestione Juncker, pertanto l’adesione all’europeismo stringerà ancor più gli spazi di manovra politica-economica. Le rassicurazioni sul governo, infine, rafforzano il ruolo di Giuseppe Conte e raffredderanno le campagne circa la revoca/annullamento delle concessione ai Benetton. Il Movimento in cambio avrà un pezzo della mappa del potere italiano da gestire, il che significa non soltanto gestire le nomine ma le risorse che le partecipate offrono a chi sa stare a Palazzo. Per farla breve il futuro del Movimento 5 stelle sta in quel mondo che il Movimento contestava in passato. Finché dura. (Ma non dura…)“, scrive Paragone Aggiungendo un post scriptum, il senatore espulso dal M5S evidenzia: “Ovviamente visto che il Movimento è tutto questo, non ha alcun senso che io faccia ricorso al giudice ordinario“, perché “la politica in cui credo è un’altra, è più aggressiva e soprattutto più radicale nelle proposte“.
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.
# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano
# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
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In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
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