Politica
Il discorso di fine anno del Presidente Mattarella: «È il momento di ritrovare fiducia»
«Quello che si chiude è un decennio impegnativo contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi». Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, agli italiani nel tradizionale discorso di fine anno.
Nel discorso di fine anno Mattarella ha ricordato i passi avanti compiuti nel 2019 richiamando alla coesione nazionale e invitando a moderare, in nome dell’interesse nazionale, lo scontro tra le parti politiche.
Il Capo dello Stato ha invitato a osservare il Paese dal di fuori, «come ci vedono dall’estero». Un Paese «proteso nel Mediterraneo e posto, per geografia e per storia, come uno dei punti di incontro dell’Europa con civiltà e culture di altri continenti». Condizione che ha contribuito a costruire la nostra identità «sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanità». Parole che richiamano le celebrazioni di Leonardo da Vinci organizzate nel 2019 e quelle di Raffaello e Dante che si terranno nel 2020. Occasione per ampliare l’orizzonte delle riflessioni «senza, naturalmente, trascurare il presente e i suoi problemi».
Nelle parole del Presidente è risuonata la necessità di unire gli sforzi per consentire «a un’ancora troppo vasta area del Paese di uscire dallo stato di bisogno in cui versa» nonostante le misure adottate per farvi fronte e la solidarietà. «Abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi problemi. E per svolgere inoltre un ruolo incisivo nella nostra Europa e nella intera comunità internazionale. L’Italia riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi per dar corpo alla speranza di un futuro migliore».
Nel discorso non sono mancati riferimenti alla vita «reale» e alle emergenze che hanno toccato il Paese l’anno passato. Un pensiero per le popolazioni delle città minacciate come Venezia, dei territori colpiti dai sismi o dalle alluvioni, delle aree inquinate, perché «il tema della tutela dell’ambiente è fondamentale per il nostro Paese. I giovani l’hanno capito. E fanno sentire la loro voce proiettati, come sono, verso il futuro e senza nostalgia del passato». Ogni società «ha sempre bisogno dei giovani. Se possibile ancor di più oggi che la durata della vita è cresciuta e gli equilibri demografici si sono spostati verso l’età più avanzata». A loro va data fiducia «anche per evitare l’esodo verso l’estero. Diamo loro occasioni di lavoro correttamente retribuito. Favoriamo il formarsi di nuove famiglie».
Il Presidente ha poi ringraziato i giovani della Locanda del Terzo Settore, un’associazione di ragazzi disabili che per Natale gli ha donato una sedia con questa scritta: «Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi». Un ricordo ai tre Vigili del Fuoco vittime dell’esplosione di una cascina ad Alessandria provocata per truffare l’assicurazione. Un evento che offre due diverse immagini: «L’una nobile, l’altra che non voglio neppure definire. Ma l’Italia vera è una sola: è quella dell’altruismo e del dovere. L’altra non appartiene alla nostra storia e al sentimento profondo della nostra gente. Quella autentica è l’Italia del Sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. Nell’incendio del suo municipio ha atteso che si mettessero in salvo tutti i dipendenti, uscendone per ultimo».
Il ringraziamento finale è per Matera, Capitale della cultura europea, e per Parma che ne eredita il testimone; Papa Francesco, che esercita il suo magistero «con saggezza e coraggio e che mostra ogni giorno di amare il nostro Paese»; le donne e gli uomini delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine; Luca Parmitano, il primo astronauta italiano al comando della stazione spaziale internazionale. «Da lassù avverte quanto appaiano incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto. E mi ha trasmesso un messaggio che faccio mio: la speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere. È questo l’augurio che rivolgo a tutti voi».
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