Cinema
RECENSIONE Film Romanzo Criminale a cura di Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE Film Romanzo Criminale – Oggi parleremo di un film che ha fatto e continua a far parlare di sì, senza dimenticare che oltre al film è possibile trovare la serie tv e il libro
RECENSIONE Film Romanzo Criminale:
In un pomeriggio nel quale il freddo punzecchia, sul mio divano trovo agiato rivedere su Netflix dopo tanti anni il Freddo con la maiuscola che col Libanese e il Dandi attuarono un Romanzo Criminale.
Romanzo Criminale è un film del 2005 tratto dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo, con regia di Michele Placido, della durata di 2:32, gli interpreti sono tanti attori conosciutissimi dei quali nomino protagonisti e co protagonisti: Kim Rossi Stuart (Freddo), Pierfrancesco Favino (Libanese), Claudio Santamaria (Dandi) e Stefano Accorsi (Nicola Scialoja).
Siamo all’interno di una macchina che mostra, con immagine fissa, un punto notturno degli anni sessanta romani da un finestrino di un’auto. Il vetro viene rotto da un sasso da quattro giovanissimi che lo hanno lanciato per rubare l’auto, sulla quale montano ed iniziano a camminare finché non vedono un posto di blocco, e per scappare tamponano un’altra vettura ma riescono a fuggire. Arrivano al loro rifugio che è una roulotte vicino al mare, ma la polizia arriva e tre si danno alla spiaggia, uno, il Grana, rimane all’interno per la ferita subita nella fuga, e muore, mentre degli altri due vengono catturati ed uno riesce a scappare. Nella roulotte avevano deciso i loro soprannomi, il Libanese che nell’arresto rimarrà ferito ad una gamba, il Freddo, e il Dandi, che è l’unico che riesce a scappare.
I giovanissimi li rivediamo adulti, e il Libanese è davanti al carcere ad aspettare l’uscita abitudinaria del Freddo, ed è in compagnia dei loro conoscenti criminali Dandi, Bufalo e i fratelli Buffone, e dopo l’abbraccio di saluto, gli propone un sequestro di persona, un ricco da cui possono ottenere miliardi di Lire. Per farlo saranno con i loro e altri piccoli malviventi. Freddo accetta ed effettuano l’evento, ma al momento di fare la foto al rapito con il giornale in mano dimostrando che è vivo, il Libanese gli spara uccidendolo, gli altri che sono intorno si inquietano ma non fanno nulla all’assassino, e risolvono con la foto che lo finge vivo. Il Libanese, da quest’atto, assume il suo ruolo del più forte.
Quando ricevono il riscatto, al tavolo per la spartizione il Libanese propone di prendere solo uno piccola parte ciascuno, mantenendo il resto nella cassa della Banda che vuole creare, dicendo che con quella grande cifra possono acquistare droga da spacciare, armi per comandare ed inoltre comprare il rispetto di qualcuno degli altri piccoli gruppi di malfattori per prendersi quello che vogliono tutti: Roma.
Ognuno è libero di scegliere.
Parte l’attacco della più grande banda della capitale, e dopo aver eliminato quelli lievemente più forti degli altri gruppi, assumono il potere delle malefatte illegali della città, aggiungendo la prostituzione e il gioco d’azzardo anche in un locale che comprano, dove conoscono chi riesce a far girare i soldi vagando per l’Europa.
Il potere di questa Banda si fa sentire, ed arriva a parlare a loro uno dei Boss di Cosa Nostra, Zio Carlo. I dissapori e i tradimenti iniziano con il Terribile che, interrogato dalla polizia, fa i nomi dei tre grandi della Banda.
Nel neorealismo storico, fino a questo film, non si erano messe così dettagliatamente in evidenza vite dei gruppi criminali, ed il farlo rivolgendosi al passato e immettendoci personaggi per i quali sono stati presi spunti da quelli della Banda della Magliana, con storie solo vagamente simili modificando nomi e soprannomi reali, fece e fa a tutt’oggi effetto poiché fa ragionare. Placido lancia questa tendenza, ed in seguito escono altri film e serie che ricalcano l’idea, tra i quali Suburra ambientato sempre a Roma.
Sono resi tangibili i rapporti amichevoli tra criminali e politici.
Le amicizie, anche se durano da una vita, quando vengono corrotte dal denaro che porta potere, assottigliano la loro essenza e divengono maschere. In una scena del film ricco di parti divenute cult, c’è il Libanese che fa un’affermazione, il Freddo che dice “T’appoggio”, e il Dandi “E io t’ho spingo”. Fa sorridere, ma propone chequando tra amici malfattori uno ha un’idea, il secondo può portarla avanti, ma l’altro potrebbe lavorare a posteriori per fregare gli altri due. Interpretazione eccellente del cast, con la grande affermazione di Santamaria, l’esplosione di Favino ed il rilancio di Stuart. Accorsi, già tra i grandi, probabilmente mostra una delle sue più grandi prove, seconda a mio avviso solo a Ultimo bacio.
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