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Cronaca

ROMA Auto rubate e rivendute in Romania: 5 denunciati

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ROMA Auto rubate e rivendute in Romania: 5 denunciati

ROMA Auto rubate e rivendute in Romania: 5 denunciati.

ROMA Auto rubate e rivendute in Romania. Una truffa per migliaia di euro che è stata sventata dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato San Giovanni. Le indagini sono partite dalla denuncia di una cittadina che aveva venduto, tramite un sito on line di compravendita, la propria autovettura. Peccato che, a corrispettivo dell’acquisto, abbia ricevuto un assegno di 11.000 euro falso. Gli investigatori, tramite i primi riscontri eseguiti, sono riusciti a ricostruire il modus operandi dei truffatori.

I quali, grazie a documenti falsi – redatti anche a nome dei venditori –  cancellavano le auto dalla circolazione e le trasportavano in Romania, dove le mettevano nuovamente in vendita. Sono stati così individuati tutti i componenti dell’organizzazione: 3 italiani di 30, 50 e 52 anni, un cittadino romeno di 37 anni ed uno appartenente ad una famiglia di etnia rom, di 27 anni. A loro gli inquirenti sono arrivati grazie un attento e scrupoloso esame di tutta la documentazione in loro possesso, incluso l’assegno circolare. Da successivi accertamenti, gli agenti hanno poi capito che, negli stessi giorni, a Roma, con la stesse modalità, erano state effettuate altre cinque compravendite di auto,  movimentando in maniera truffaldina circa 58.750 euro.

Attraverso sofisticati sistemi di rilevazione satellitare, gli inquirenti hanno inoltre ottenuto le coordinate sulla posizione delle macchine trasportate in Romania. In questo modo, hanno permesso alla Polizia Romena di sequestrare le autovetture, poi restituite ai legittimi proprietari dagli agenti del commissariato San Giovanni.

Le 5 persone coinvolte, al termine dell’attività investigativa, sono state denunciate per riciclaggio e truffa.

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Cronaca

Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.

Il saluto di un’icona della musica

Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.

Un legame con il passato

Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.

Il futuro della musica per Wakeman

La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.

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Cronaca

Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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