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ACQUAPENDENTE Carnevale e ‘Sagra della Fregnaccia’

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ACQUAPENDENTE Carnevale e ‘Sagra della Fregnaccia’

Il Carnevale ad Acquapendente ha una storia antica. La prima testimonianza certa della sua esistenza è del 1589.

Pietro Paolo Biondi nelle sue ‘Croniche’ parla che ad Acquapendente si trova Mastro Battista Alberici, un “manescalco molto valente. Homo splendido et inventor di far cose nuove in cose di miracoli e devozioni et mascherate per Carnevale”. Mastro Battista quindi oltre a ideare rappresentazioni di carattere sacro si dilettava nel realizzare opere più profane per il divertimento della comunità. Come fossero queste opere non possiamo saperlo, probabilmente diverse dalle più recenti realizzazioni in cartapesta.

La prima testimonianza certa dell’uso della cartapesta è del 1923. In quell’anno uno dei carri era costituito da un enorme grammofono all’interno del quale suonava nascosta un’orchestrina. Il carro era trainato dai buoi come del resto è avvenuto fino agli anni ’50. Poi le tecniche si sono perfezionate e i carri sono diventati sempre più grandi ed animati. Negli anni precedenti l’ultima guerra erano vivacizzati dalla presenza di giovani mascherati che cantavano canzonette create da musicisti locali. Negli anni ‘50 e ‘60 le strutture raggiunsero dimensioni ragguardevoli. Si sviluppa particolarmente il cosiddetto castello cioè la parte centrale che racchiude tutti i marchingegni che permettono i movimenti dei pupazzi.

Allora i carri erano costruiti da gruppi che si avvalevano dell’inventiva di artigiani che durante l’inverno, non potendo lavorare a pieno ritmo, mettevano a disposizione le loro capacità. Tra alti e bassi quella tradizione è arrivata fino a noi. Negli ultimi anni un gruppo di giovani, aiutati da alcuni dei vecchi artigiani, ha fatto proprio l’obiettivo di rilanciare il Carnevale. Perciò anche quest’anno al rintocco del campanone dell’Orologione con davanti a tutti Saltaripe, la maschera che è diventata il simbolo del carnevale aquesiano, i carri e le maschere arriveranno in piazza. Qui gireranno intorno alla statua di Girolamo Fabrizio che nella sua impassibilità da sempre li vede sfilare.

Nel frattempo sotto il loggiato del Comune si rinnoverà la Sagra ormai quarantennale della Fregnaccia iniziata nel 1978 dal gruppo di amici de ‘La Squadraccia’. Si tratta di una frittella ottenuta con acqua, farina e grasso delicato del ‘cianchetto’ del maiale. Deriva da un’antica ricetta contadina che può essere arricchita cospargendola con formaggio pecorino o zucchero, oppure per i più golosi con cioccolata.

Il Carnevale si conclude nella giornata di martedì grasso, al tramonto, con la cremazione di Carnevalaccio. Il fantoccio di Re Carnevale viene bruciato. Prima di morire, come ogni anno, lascia ai posteri un testamento scherzoso in cui si pente di tutte le sue malefatte promettendo solennemente di compierne altrettante in futuro. Da secoli mantiene la sua promessa agli aquesiani e ai visitatori che da spettatori diventano attori sempre più coinvolti da un sano clima di scherzo e di allegria.

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