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MONDO DI MEZZO La Procura: “Buzzi deve tornare in carcere”
ROMA “Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati del processo al ‘Mondo di Mezzo’, deve tornare in carcere in quanto socialmente pericoloso e pronto ancora a delinquere”, questo quanto sostiene la Procura generale.
Impugnato dalla Procura generale il provvedimento con il quale la terza sezione penale della Corte d’Appello, il 19 dicembre, aveva concesso a Buzzi gli arresti domiciliari dopo cinque anni di detenzione in carcere. L’udienza davanti al Riesame che avrebbe dovuto pronunciarsi sul ricorso rinviata a fine febbraio. Buzzi, in aula con i suoi difensori, ha presentato un’istanza di ricusazione del presidente del collegio Bruno Azzolini. Il Riesame – lamenta Buzzi in un documento di 20 pagine – già il 17 dicembre 2014, all’indomani degli arresti scattati per ‘Mafia Capitale’, aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare. Ordinanza firmata dal Gip facendo propria l’impostazione della procura.
Il giudice Azzolini, sempre come presidente del Riesame, si era pronunciato negativamente il 20 luglio 2017. La difesa di Buzzi dopo la sentenza di primo grado che aveva fatto cadere l’ipotesi di mafia aveva chiesto la revoca o la sostituzione della misura carceraria. Da qui l’idea che Azzolini nutra “grave pregiudizio” nei confronti di Buzzi. Sul quale avrebbe poi espresso “valutazioni di merito rivelatesi del tutto destituite di fondamento” e che hanno pesato sulla vicenda complessiva.
A rappresentare l’accusa il sostituto pg Pietro Catalani e il pm Gennaro Varrone. I due sono convinti che per Buzzi, condannato a 18 anni e 4 mesi in secondo grado ma in attesa di un nuovo processo per la rideterminazione della pena, le esigenze cautelari siano tuttora concrete. Di diverso avviso, invece, il collegio della terza Corte d’Appello. Che, nel concedere i domiciliari, aveva ritenuto quelle stesse esigenze ormai attenuate. Presupponendo che Buzzi una volta ammessi i reati di corruzione contestati e chiuso i ponti con il passato non ha più possibilità di delinquere essendogli state sottratte le cooperative sociali a lui riconducibili. Il Riesame ha rinviato l’udienza a fine febbraio in attesa che la Corte d’Appello si pronunci.
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