“L’istruttoria dibattimentale ha consentito di raggiungere delle indubitabili certezze: a seguito dell’arresto di Stefano Cucchi, e in particolare in sede di permanenza nella sala adibita a fotosegnalamento presso la compagnia Casilina, si è verificato un evento traumatico ai suoi danni. A seguito e in ragione di detto evento egli ha subito varie lesioni tali da necessitare con urgenza il ricovero in ambiente ospedaliero”.
Così la Corte d’Assise di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui il 14 novembre scorso ha condannato a 12 anni per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Al processo sono stati condannati a 3 anni e 8 mesi anche il maresciallo Roberto Mandolini e a 2 anni e mezzo Francesco Tedesco con l’accusa di falso.
“Una catena causale”, prosegue, “che parte, dunque, da un’azione palesemente dolosa illecita che ha costituito la causa prima di un’evoluzione patologica alla fine letale”.